
Stop fino al 3 novembre per Arianna Fabbri dopo un acceso diverbio con l’arbitro prima di una partita del Torneo Delfino. Secondo il giudice sportivo si sarebbe resa protagonista di comportamenti offensivi.
Rimini, 13 giugno 2025 – La tensione è scoppiata prima ancora che le calciatrici scendessero in campo, a causa di un diverbio tra l’arbirtro e l’allenatrice/dirigente della Femminile Riccione. Parole pesanti, insulti e un clima sempre più pesante. Tanto che alla fine sul posto, è intervenuta anche una pattuglia della polizia di Stato, allertata dallo stesso direttore di gara. Alla fine nei confronti della dirigente, Arianna Fabbri, figura storica del calcio femminile riccionese, è arrivato un provvedimento pesante, deciso dal giudice sportivo, Maria Luisa Trippitelli: una squalifica di quasi sei mesi, fino al 3 novembre prossimo. Fabbri, nel frattempo, ha già annunciato "ricorso" contro lo stop inflitto dal giudice. "Un provvedimento sproporzionato, soprattutto se paragonato ad episodi di violenza che troppo spesso vediamo sui campi di gioco, e anche perché comunque mi sono personalmente scusata con l’arbitro per le parole che avevo pronunciato" spiega.
I fatti risalgono a sabato scorso, quando a Rimini si è disputato il 30esimo Torneo Delfino, competizione che ha visto scendere in campo varie squadre di calcio femminile provenienti da tutta Italia, in particolar modo prima del fischio di inizio del match tra Torino Club ’Marco Parolo’ e la Femminile Riccione under 19. Fabbri, si legge nel provvedimento del giudice sportivo, è stata "espulsa per essersi resa protagonista in maniera ingiustificata e plateale di reiterate ed incalzanti condotte non solo irriguardose ed offensive, ma palesemente di sbeffeggio della figura del direttore di gara anche in riferimento a particolari personalissimi della sua figura". Tanto "da aver indotto il direttore di gara a far intervenire una pattuglia della polizia di Stato".
La dirigente però non ci sta. "Chi mi conosce - spiega Fabbri - sa che mi sono sempre dimostrata, fuori e dentro il campo, una persona corretta e che ho sempre condannato simili condotte. Mi dispiace che sia arrivata una squalifica così pesante, anche perché i fatti sono stati forse ingigantiti. Abbiamo deciso di partecipare al torneo all’ultimo minuto, per dare una mano agli organizzatori che altrimenti si sarebbero trovati in difficoltà. Nel recarmi al campo, sabato scorso, mi sono purtroppo scordata del tesserino Figc: ero appena uscita dal lavoro e non ho fatto in tempo a passare a prenderlo. Senza il tesserino, l’arbitro si è rifiutato, come previsto dal regolamento, di farmi entrare nel recinto di gioco. Ho provato a spiegargli che potevo farmi mandare una foto su WhatsApp, ma questo non è bastato. A quel punto, lo ammetto, i toni si sono un po’ scaldati, c’è stato uno scambio di parole forti, da una parte e dall’altra. So che non va bene e che bisognerebbe sempre mantenere la calma, ma poi comunque mi sono scusata".
"L’arbitro, alla fine, ha deciso di non far disputare la partita, dandola vinta a tavolino – aggiunge Fabbri – Mi è dispiaciuto molto, soprattutto per le ragazze e per loro famiglie, che erano venute lì apposta per vedere la partita. Però ci tengo a dire di non aver minacciato nessuno né tantomeno di aver aizzato il pubblico, come è stato riportato. Mi sono scusata con il direttore di gara, e alla fine ci siamo anche stretti la mano. Per questo non capisco davvero il perché di un provvedimento tanto pesante. Non posso accettare di essere messa alla graticola quando sono stata la prima a chiedere scusa e a fare ammenda. Per questo motivo ho deciso di fare ricorso contro la decisione e sto valutando anche eventuali azioni legali nei confronti dell’arbitro".