Giuseppe Tucci morto dopo la rissa a Rimini, lo strazio del papà: "Non si può morire così"

Claudio Tucci: "Lui vigile del fuoco come me, era il mio orgoglio. Vogliamo sapere cosa è successo nel locale: mio figlio non era il tipo che infastidisce le ragazze, contro di lui una violenza ingiustificata"

Giuseppe Tucci, originario di Foggia, a Rimini dal 2019: aveva 34 anni. Nel riquadro il padre Claudio: anche lui era un pompiere

Giuseppe Tucci, originario di Foggia, a Rimini dal 2019: aveva 34 anni. Nel riquadro il padre Claudio: anche lui era un pompiere

Rimini, 13 giugno 2023 – “Non doveva finire così, non è giusto". Non si dà pace, Claudio Tucci. Una notte passata a vegliare accanto al figlio Giuseppe, 34 anni, finito in coma dopo la colluttazione con un buttafuori all’esterno del ristorante e discoteca Frontemare. I medici avevano parlato quasi subito di "morte cerebrale". Fino all’ultimo papà Claudio, la moglie, l’altra figlia, stretti nell’abbraccio dei vigili del fuoco del comando provinciale di Rimini, hanno sperato in un miracolo. Che quel ragazzo, che aveva scelto di seguire le orme del padre, entrando anche lui nel corpo dei vigili del fuoco mettendo la propria vita al servizio del prossimo, potesse riaprire gli occhi. Serviva un miracolo, appunto. Ma le gravissime lesioni riportate dal 34enne alla fine non gli hanno lasciato scampo. Alle 16.35 di ieri i medici dell’ospedale ’Infermi’ hanno accertato il decesso di Giuseppe. "Ce lo avevano detto subito, che non c’era speranza".

Il buttafuori arrestato faceva l’arbitro

Gli inquirenti sono al lavoro per ricostruire quanto accaduto tra sabato e domenica all’interno e all’esterno del locale. Lei, signor Tucci, che idea si è fatto?

"So soltanto quello che ha riferito l’altro un ragazzo, collega di mio figlio, che era insieme a lui quella sera. Hanno guardato la finale di Champion’s League insieme, poi si sono fermati a bere qualcosa. Una serata come tante, una serata normale".

Secondo quanto è stato riferito dai gestori del locale, Giuseppe sarebbe stato redarguito e allontanato per aver infastidito delle ragazze.

"Io non c’ero, non so come siano andate le cose, ma non è un comportamento in linea con l’indole di mio figlio. Da quel che hanno riferito i testimoni, si sarebbe avvicinato a una ragazza e avrebbe sbirciato il suo cellulare mentre scriveva un messaggio. Un gesto innocuo, fatto per scherzo. Il buttafuori lo avrebbe però rimproverato e sarebbe nata una discussione, solamente verbale".

Poi cos’è accaduto?

"Giuseppe e l’altro ragazzo sono usciti, ma in seguito mio figlio è tornato nel locale. A quel punto non sappiamo cosa sia successo. La polizia sta facendo le indagini, confidiamo che gli inquirenti possano ricostruire la dinamica. Qualcuno ha detto di averlo visto steso a terra con il sangue che gli usciva dalla bocca. Vogliamo la verità, vogliamo sapere cos’è successo a Giuseppe: è un nostro diritto".

Il buttafuori adesso è indagato per omicidio.

"Se ha sbagliato, mi auguro che paghi. C’è modo e modo di svolgere il proprio lavoro. Quella violenza era ingiustificata".

Lei lavora da anni per i vigili del fuoco. Suo figlio ha deciso di ispirarsi a lei?

"Sì, Giuseppe era il mio orgoglio. Cinque anni fa era entrato nel corpo, nel 2019 si era trasferito a Rimini, lavorava per il distaccamento aeroportuale. Aveva un figlio di 14 anni e una compagna, e insieme avevano comprato casa".