Rimini, murales con un uomo che allatta, è caos Lega: "Ideologia perversa"

Città divisa dopo la comparsa del graffito vicino alla chiesa di San Nicolò. Il consigliere regionale Montevecchi: "Il Comune lo ha autorizzato?"

Il murales con un uomo che allatta a Rimini

Il murales con un uomo che allatta a Rimini

Rimini, 3 aprile 2023 – Nel giorno in cui le famiglie arcobaleno scendono in piazza a Bologna, per rivendicare i diritti delle coppie gay sulla trascrizione dei figli, a Rimini si litiga per un provocatorio murales in loro difesa. Nell’opera, che è stata ultimata in questi giorni su un muro in via Savonarola, a due passi dal centro storico, viene raffigurato un uomo con la barba lunga, in canottiera e pantaloncini, che allatta un neonato. L’immagine è accompagnata dalla scritta a caratteri cubitali Equacity.

La difesa del sindaco

Tanti si sono fermati a guardare il murales. Chi incuriosito, chi spaesato o addirittura contrariato dal messaggio che l’opera intende veicolare. Tra l’altro, proprio lì di fronte si trova la chiesa di San Nicolò e nelle vicinanze c’è una scuola. Non è, va detto, il primo murales che fa discutere. Proprio su quello stesso muro un anno fa ne era comparso un altro che recitava Trans è bello, ora sostituito da questo in favore delle coppie omogenitoriali. Della registrazione dei figli di coppie gay si è parlato parecchio in queste settimane anche nel Riminese, dopo la sentenza recente della Corte di Cassazione e la grande manifestazione a Milano delle famiglie arcobaleno. E la giovane sindaca di Santarcangelo, Alice Parma, ha rivelato di aver trascritto tra il 2019 e l’anno scorso i figli di due coppie omosessuali (entrambe formate da donne), assicurando di "essere pronta a rifarlo".

È in questo contesto che va letto il murales realizzato in questi giorni a Rimini. L’opera sta suscitando tante reazioni. "Mia figlia di 5 anni mi ha chiesto come è possibile che un uomo allatti un bebè. Che cosa le rispondo? Un conto è l’inclusione, che dev’essere sacrosanta – attacca Marco, uno dei riminesi indignati – Un altro è il dover imporre a tutta la città la cultura Lgbt, per di più in un luogo ad alta affluenza turistica e di alto passaggio, visto che il murales è visibile dalla linea ferroviaria". Il caso è già diventato anche politico. Per Matteo Montevecchi, consigliere regionale leghista, il murales "è frutto della peggior ideologia perversa transfemminista. Mi chiedo: il Comune ha l’autorizzazione per questa provocazione? O ci troviamo davanti a un’amministrazione compiacente, visto che non ha mai fatto pulire queste e altre imbrattature, come quella con la bandiera transgender comparsa l’anno scorso prima del Rimini gay pride?". Per Montevecchi si tratta di vandalismi a sfondo ideologico "davanti alla chiesa di San Nicolò: queste deturpazioni vanno bene? Il sindaco Jamil Sadegholvaad ora è tenuto a dare spiegazioni ai cittadini". Anche il consigliere comunale della Lega Andrea Pari non fa sconti: "Sono stato cercato da tanti riminesi che mi hanno segnalato questo nuovo murales, lo trovano inaccettabile. Vorrei sapere se l’opera è provvista di un permesso dell’amministrazione. Se non lo fosse, andrebbe coperta. Se lo fosse, mi chiedo con quale criterio il Comune di Rimini abbia dato il permesso". Ma per il momento nessun commento da parte di Palazzo Garampi.