
Turisti e riminesi infastiditi dagli annunci pubblicitari diffusi dagli altoparlanti in spiaggia
Rimini, 8 giugno 2018 - «Annunciate tutti i bambini smarriti che volete, ma smettetela di inondarci di pubblicità». E se il Comune di Rimini non prenderà provvedimenti, l’avvocato Enrico Gorini e gli altri firmatari della petizione non escludono «le vie legali», pur di dare un taglio agli spot che la Publiphono manda in onda sulla spiaggia.
Cinque anni fa la questione era già approdata in consiglio comunale, con l’interrogazione presentata da Samuele Zerbini (Pd) e Gianluca Tamburini (M5s). Per i due consiglieri la pubblicità diffusa da Publiphono era «intrusiva» e «scorretta». Da allora non è cambiato nulla, eppure secondo Gorini e gli altri firmatari della petizione «ci sono turisti che hanno scelto altri lidi, proprio perché infastiditi dalla pubblicità in spiaggia». E anche tanti riminesi, assicura Gorini, «sono stufi di essere bombardati dagli annunci pubblicitari a oltranza mentre cercano di godersi un po’ di relax e riposo sulla spiaggia. Per questo, in pochi giorni, hanno già aderito alla petizione più di 50 persone».
L’avvocato è convinto che siano molti di più, in città, quelli che vorrebbero dare un taglio agli spot della Publiphono. Perché «se la ricerca di bambini smarriti e la segnalazione di meteo avverso sono annunci di pubblica utilità e hanno la loro ragione d’essere, non si capisce l’utilità di sentire alle 5 del pomeriggio la lunga serie di spot di ristoranti, negozi e così via». Si tratta «di vero e proprio spam, ma a differenza di quello digitale è molto più fastidioso». Perché «di fatto ai bagnanti viene imposta la pubblicità, non c’è modo di sottrarsi. Non basta cambiare stabilimento balneare». Gorini ne fa anche una questione in punta di diritto, perché «la Publiphono ha in concessione esclusiva questo servizio in spiaggia: siamo sicuri che è conforme alle norme europee?». L’avvocato e gli altri sostenitori della protesta si rivolgono anche al Comune. Ricordando come «in altri lidi, ad esempio Marina di Pietrasanta, siano già stati presi provvedimenti contro gli altoparlanti in spiaggia».
Per Ugo De Donato, lo storico patron della Publiphono, «siamo di fronte a molto rumore per nulla. Una petizione firmata da qualche decina di bagnanti, quando la spiaggia di Rimini è invasa da milioni di persone ogni estate, non è molto rappresentativa. Che qualcuno possa essere infastidito dalla pubblicità che mandiamo in onda, lo capisco. Ma stiamo parlando di poche decine di minuti ogni giorno, e gli spot sono intervallati da canzoni e altri annunci».
Ai firmatari della petizione De Donato ricorda che «gli annunci pubblicitari sono la nostra unica fonte di reddito. Con gli incassi dalla pubblicità finanziamo tutti gli altri servizi, compresi gli annunci di smarrimento dei bambini e le altre informazioni utili a turisti e riminesi. Qualcuno si è dimenticato di quando lanciammo l’allarme ai bagnanti, perché c’era uno squalo nelle acque di Bellariva». Per De Donato «è un peccato che ci siano riminesi che non riconoscano l’importanza della Publiphono. E’ un servizio nato a Rimini, per poi essere esportato in tante altre località. Siamo in trattativa con Ischia, si erano fatti avanti anche Viareggio, in passato abbiamo avuto offerte dall’estero. Siamo un pezzo della storia balneare di questa città. Davvero danno così fastidio alcuni minuti di pubblicità al giorno?».