
I due uomini erano stati arrestati dalla polizia (foto di repertorio)
Si aprirà il prossimo 5 marzo davanti al gup il processo con rito abbreviato a cui sono stati rinviati un riminese di 42 anni e un sammarinese di 36, indagati per una aggressione brutale ai danni di un 39enne ’reo’ solo di aver avanzato illazioni circa una presunta attrazione sessuale tra la propria compagna e uno dei due uomini. Da qui, al culmine del fattaccio risalente al gennaio 2024, sarebbe esplosa la rabbia dei due contro la vittima, arrivando a colpirlo con forza impugnando anche una bottiglia di vetro. Nella colluttazione, secondo quanto ricostruito dalla polizia coordinata dal pm Davide Ercolani, alla vittima – che è difesa dall’avvocato Luca Greco e si è costituita parte civile nel procedimento – era stata così recisa l’aorta al di sotto dell’orecchio, oltre a una frattura orbitale. In quell’occasione l’uomo era stato subito trasportato in ospedale, dove i medici avevano suturato la grave ferita al volto rimediata a seguito dei colpi di bottiglia, come ricostruito da chi indaga.
I due uomini accusati dell’aggressione erano inizialmente finiti in carcere, prima di essere messi agli arresti domiciliari. Alla decisione di ridimensionare la misura cautelare però si era appellata la procura, che dal Riesame aveva ottenuto già nei mesi scorsi l’aggravamento con la disposizione di nuovo della custodia in carcere per il 42enne, difeso dall’avvocato Giuliano Renzi, e per il 36enne, difeso da Piero Ippoliti. I due indagati, nel frattempo, hanno fatto appello e deve ancora arrivare in merito la decisione della Corte di Cassazione.
Ora però, per i due era stato chiesto il giudizio immediato da parte del pm, mentre gli indagati hanno richiesto il rito abbreviato subordinato a una perizia medico legale per determinare se la condotta lesiva dei due uomini fosse correlata allo sfregio. Richiesta tuttavia rigettata dal giudice che ha quindi disposto il rito abbreviato semplice. Comunque, nella prima udienza del prossimo 5 marzo verrà valutata attentamente dal giudice la sussistenza o meno dello sfregio del viso sulla persona offesa, che, se riconosciuto, potrebbe rappresentare un’aggravante rilevante per gli imputati.