FEDERICO TOMMASINI
Cronaca

Sicurezza interattiva: "Utilizzo la realtà virtuale per formare i lavoratori"

Attraverso visori speciali, i partecipanti ai corsi possono immergersi in simulazioni realistiche che riproducono scenari pericolosi, come interventi in quota o situazioni di incendio. Parla Lucia Pazzaglini della Serint Group.

Un lavoratore intento in una simulazione con i visori della realtà virtuale

Un lavoratore intento in una simulazione con i visori della realtà virtuale

La sicurezza sul lavoro si impara con la realtà virtuale da Serint Group. La società attiva in tutta Italia ha una delle sue sedi principali proprio a Rimini e propone ai clienti corsi di sicurezza in ambienti lavorativi con l’aiuto di visori VR. Questi dispositivi si indossano come degli occhiali speciali e forniscono una realtà virtuale in cui l’utente è libero di muoversi autonomamente. "Nel nostro caso i visori simulano situazioni in cui il soggetto deve destreggiarsi in normali condizioni di lavoro, rispettando le norme di sicurezza – spiega Lucia Pazzaglini, responsabile del servizio sicurezza sul lavoro e formazione di Serint Group –. Ad esempio durante un intervento sopra ad un tetto o un ponteggio, indossando casco e imbragatura; oppure durante un incendio. Ad esempio, se non si seguono le adeguate norme si cadrà dal ponteggio, altrimenti si proseguirà allo step successivo".

Serint Gruop nasce 26 anni fa e si occupa di vari servizi destinati alle aziende, tra cui l’organizzazione di corsi sulla sicurezza sul lavoro. "Quello della realtà aumentata è un modo per alleggerire i soliti corsi nozionistici e renderli più divertenti – continua Pazzaglini –. Abbiamo sempre notato che durante le lezioni l’attenzione è bassa, volevamo svecchiare il solito sistema. Ci siamo resi conto che le potenzialità c’erano e ci siamo messi subito al lavoro per creare delle situazioni lavorative virtuali". Il progetto di Serint Group, i primi a portare questa innovazione in zona, si basa sull’esperienza e sul far toccare con mano, anche seppure in maniera virtuale, la possibilità di infortunio. "Dare un ’assaggio’ del rischio è un modo per far comprendere fino in fondo l’importanza di questi corsi – riprende –. I lavoratori lo capiscono e piace questo metodo inedito, dai giovani, alle persone più grandi. L’esclamazione principale è quella di divertimento e nessuno si annoia mai ". L’azienda riminese ha a disposizione sei visori di realtà VR e solitamente le classi di corso sono formate da 15 persone. Mentre alcuni provano le simulazioni gli altri possono vedere la realtà virtuale da uno schermo. Non solo pratica, attraverso gli speciali occhiali, viene sottoposta anche una serie di quesiti a cui i lavoratori possono rispondere attraverso l’uso di un joystick.

"Capita che arrivino persone che lavorano nello stesso campo da più di vent’anni e sono abituate a non indossare i dispositivi di protezione. Per questo motivo durante la riproduzione possono incappare in incidenti e per la prima volta fanno i conti con un incidente, anche se in maniera fittizia". Quella dei visori è una realtà estremamente reale e dall’azienda fanno sapere che spesso hanno dovuto abbassare la percezione di questi ultimi perché indossandoli la sensazione di vertigini poteva sembrare pari al vero. "Sono capitate situazioni in cui le persone si sono ’immedesimate’ fin troppo nell’esperimento. E’ successo che un lavoratore, mentre cercava di spegnere un incendio con un estintore, stesse quasi per tirare un pugno ad un suo compagno. O ancora, durante le simulazioni in altitudine, che qualcuno o perdesse l’equilibrio".

Sono veramente tante le simulazioni offerte dai corsi di Serint Group. Durante le classi dedicate ai comportamenti da tenere in situazioni di incendio, l’utente è obbligato ad abbassarsi per riuscire ad intravvedere una via di uscita tra il fumo. "L’idea è quella di utilizzare questa tecnologia anche negli altri nostri campi di competenza ed espanderci un po’ alla volta. Le aziende apprezzano molto, possono persino richiedere delle situazioni personalizzate con la riproduzione del loro personale ambiente di lavoro".

Federico Tommasini