LORENZO MUCCIOLI
Cronaca

Truffa ai clienti dell’hotel Gobbi, indagine chiusa per otto persone

La procura di Rimini ha concluso l’inchiesta: contestata ai gestori l’associazione a delinquere

Il blitz messo in atto dalla Polizia locale nell’albergo di via Siracusa (foto Petrangeli)

Rimini, 7 aprile 2024 – Oltre duecento turisti ‘bidonati’, sbarcati a Rimini carichi di valigie dopo aver versato delle sostanziose caparre per il loro soggiorno all inclusive all’hotel Gobbi di via Siracusa, salvo poi ricevere una doccia gelata e scoprire che nell’albergo le camere erano già tutte occupate. Dei gestori della struttura, ovviamente, nessuna traccia: spariti letteralmente nel nulla, così come i soldi degli sfortunati clienti, depositati attraverso bonifici su 27 conti correnti offshore e carte ricaricabili.

Con questo meccanismo e una serie di offerte mirate pubblicate sulle piattaforme online che fungevano da esca, nell’estate del 2022, stando alla ricostruzione degli inquirenti, otto persone - sette uomini e una donna, di età compresa tra i 40 e i 26 anni - sarebbero riuscite a spillare decine e decine di migliaia di euro agli ignari vacanzieri, mandando così in fumo il soggiorno in Riviera di tante famiglie. A loro la Procura di Rimini ha notificato nei giorni scorsi l’avviso di conclusione delle indagini preliminari.

Agli indagati - difesi tra gli avvocati Massimiliano Orrù, Francesco Pisciotti, Umberto De Gregorio - viene contestata l’associazione per delinquere finalizzata alla truffa. L’inchiesta è stata coordinata inizialmente dal sostituto procuratore Paolo Gengarelli ed è attualmente in capo al pm Daniele Paci.

Nel registro degli indagati figura anche il nome di un 34enne di Torino, che secondo gli inquirenti avrebbe ricoperto il ruolo di prestanome per conto del sodalizio criminale, intestandosi il contratto di locazione dell’hotel Gobbi (la cui attuale gestione nulla c’entra con i protagonisti dell’indagini ed è totalmente estranei ai fatti). Attraverso il suo legale, l’avvocato Massimiliano Orrù, l’uomo aveva spiegato agli investigatori di essere a sua volta una vittima di un raggiro pianificato da altre persone e di essersi trovato invischiato in quella vicenda suo malgrado.

A muovere i fili, sempre stando alla ricostruzione degli inquirenti, sarebbe stata infatti un’altra persona, un 35enne torinese, insieme ai suoi collaboratori, che di fatto avrebbe amministrato occultamente la struttura ricettiva, aprendo i conti correnti nei quali era poi confluito il denaro. Coinvolte nell’indagine ci sono poi altre figure, come i due receptionist (un uomo e una donna) che avrebbero contribuito a gestire le prenotazioni, richiedere pagamenti di caparre, avviare le pratiche per l’apertura dell’attività alberghiera, mandando di fatto avanti l’hotel.

Molti clienti, scoperto il ‘bidone’, avevano deciso di rivolgersi agli avvocati o ad associazioni per la difesa dei consumatori: centinaia le denunce piovute sulla Procura di Rimini da ogni parte d’Italia. Il 12 agosto del 2022 la polizia locale aveva messo fine all’odissea dell’hotel Gobbi, apponendo i sigilli per violazione delle norme antincendio.