REDAZIONE RIMINI

"Voglio soltanto sapere la verità". Manuela tra perizie e sospetti

La nuora di Pierina Paganelli, ha commentato i risultati delle analisi sul caso dell’omicidio della suocera, che non hanno riscontrato prove decisive contro l’indagato, Louis Dassilva: "Ero sicura che andasse così".

Manuela Bianchi e in alto Pierina Paganelli

Manuela Bianchi e in alto Pierina Paganelli

"La notizia non mi ha lasciato sconvolta, ero sicura che fosse così". Sono le parole di Manuela Bianchi, nuora di Pierina Paganelli, che ai microfoni del programma di Rai 1 "Storie Italiane" ha commentato i risultati della perizia compiuta dal professor Emiliano Giardina, il super perito nominato dal tribunale di Rimini, sulle tracce provenienti da 34 reperti isolati dalla polizia scientifica sulla scena del crimine.

Un lavoro mastodontico di quasi sei mesi che si è concluso a fine 2024 ma senza trovare il ‘match’ tra il campione biologico dell’unico indagato Louis Dassilva (in carcere dal luglio scorso) con il resto del Dna isolato sui reperti nei laboratori dell’Università Tor Vergata di Roma. Giardina ha analizzato più volte diversi reperti, tra cui gli indumenti della vittima, oggetti contenuti nella borsa di Pierina e reperti sequestrati a casa di Dassilva.

Proprio su due di questi oggetti (un coltello da cucina e un pantalone) è stato trovato il Dna di Louis, ma nulla invece per quanto riguarda le tracce di maschio 2 (isolata su un impronta sul muro) e di maschio 3 (isolato sulla gonna di Pierina), i cui profili sono rimasti ignoti. Come ignote sono rimaste anche le proprietarie delle due tracce femminili isolate sugli abiti di Pierina, ma ritenute comunque essere poco rilevanti ai fini d’inchiesta. "Per quanto riguarda Louis prendo atto che non c’è neanche il suo Dna e sono sicura che la Procura stia facendo il lavoro migliore che possa fare e presto si avrà giustizia, sarei contentissima che tutti gli elementi che ci sono possano escluderlo e scarcerarlo", ha aggiunto Manuela riferendosi al 34enne senegalese, con il quale ha intrattenuto per mesi - prima e dopo il delitto - una relazione extraconiugale. "Sono convinta che la Procura abbia altre cose in mano - ha detto Bianchi, che è assistita dall’avvocato Nunzia Barzan e dal criminalista Davide Barzan -. Se veramente è innocente, la cosa mi fa contentissima, perché in carcere ci deve stare chi è colpevole. Non sono contro di lui o a favore di qualcun altro, sono dalla mia parte. L’importante è che si trovi chi ha fatto questa cosa a Piera".

Relativamente al furto avvenuto il 29 dicembre scorso nella casa, ancora sotto sequestro, della defunta suocera, ha rivelato: "L’ho vissuta malissimo: sapere che estranei sono entrati in casa, dove non possono entrare neppure i figli, e hanno messo mano a qualunque cosa, vedere mio marito Giuliano con il cuore che batteva forte e triste, mi ha colpito tremendamente. A me nessuno ha detto niente perché le persone del palazzo con me non parlano. Mi è sembrato strano che nessuno abbia chiamato o detto niente, ma può essere che in quei giorni c’erano diversi movimenti per le feste e qualcuno non ha capito cosa stesse succedendo".

"Non vedo l’ora di andare via da questo posto perché mi ha stufato", ha poi confessato Manuela: "la paura è tantissima finché non si scoprirà chi è stato veramente ad uccidere Piera e il motivo per cui l’ha fatto. Non sono sicura qui, o dovunque vada, finché non verrà fatta giustizia e non si troverà la verità. Forse potrò avere quel minimo di vita che mi è rimasto e riprendere un’esistenza normale con meno paura".