Paolo Crepet: le sue "lezioni di sogni" al Parco degli Artisti a Rimini, ecco quando

Il celebre psichiatra spiega: “Sono spunti, provocazioni, richiami, un’occasione per riflettere sul futuro delle giovani generazioni”

Lo psichiatra, scrittore, sociologo, educatore Paolo Crepet al Parco degli Artisti

Lo psichiatra, scrittore, sociologo, educatore Paolo Crepet al Parco degli Artisti

Rimini, 11 luglio 2023 – “Penso che fare lo psichiatra, come lo scrittore, significhi intraprendere l’arte di rimuovere gli ostacoli alla felicità. Ho sempre amato cercare la gente, ascoltarla, scriverne”. Con queste parole, il celebre psichiatra Paolo Crepet s’appresta a portare le sue “Lezioni di sogni” al Parco degli Artisti di Vergiano di Rimini il 13 e 14 luglio alle ore 21. Crepet, come s’insegna a sognare?

“Non lo faccio, ma se non si desidera, se non si ha un sogno, come si vive? La vita è fatta di rischi, è necessario osare. Queste Lezioni di sogni (titolo tratto dal suo penultimo libro, ndr) vogliono essere spunti, provocazioni, richiami, un’occasione per riflettere sul futuro delle giovani generazioni. Non possiamo ignorare che la necessità di un profondo cambiamento si scontri con resistenze, timori, egoismi difficili da vincere, freni che privano bambini e ragazzi del diritto di far nascere i propri sogni e di coltivarli, affidandosi alla capacità di sentire le proprie emozioni e di lasciarsi coinvolgere dalla passione per un progetto di vita”. Trova necessario ripensare alla genitorialità?

“Lei vede genitori? Ora i genitori cercano di competere con i propri figli, un comportamento che li spinge ad adottare atteggiamenti tipici degli adolescenti, creando una generazione di individui incapaci di crescere. Oggi i genitori vogliono essere più giovani dei figli, tutto questo appiattisce e rende amicale un rapporto che invece deve essere fondato sul riconoscimento dei ruoli. Non esiste più il capitano, il punto di riferimento. Ora una generazione che ha contestato i padri è diventata serva dei propri figli. Non è capace di dire i no, di orientare senza usare l’autoritarismo, ma l’esperienza. Funziona così: io ti faccio fare quello che vuoi, tu non mi infliggi la tensione di un conflitto. Ma così si spegne il desiderio di autonomia, l’ansia di recidere i cordoni, l’affermazione piena della propria identità, e non è un bene”. Colpa anche dei social?

"I social sono asociali. La nuova generazione ha un distacco rispetto al mondo online che i quarantenni non riescono a replicare, ma che, paradossalmente, potrebbe rappresentare un punto di forza per i più giovani. I “nativi digitali”, mostrano un atteggiamento più critico nei confronti dei social media, a differenza dei quarantenni, che considerano il digitale come un “dono divino” e ne sono eccessivamente dipendenti". Il suo ultimo libro “Prendetevi la luna” è un invito?

“Più che un invito è una suggestione. La luna è lì apposta, scompare e ricompare proprio perché se ci fosse sempre sarebbe banale. Funziona come il desiderio, che implica il cercar le stelle proprio quando non ci sono o si teme siano nascoste da qualche parte dell'universo. Oggi più che mai siamo catturati dal presente e ce lo siamo fatti bastare". Torna in Romagna dopo l’alluvione

“Siete un popolo al quale non servono consigli in questo senso. Avete una storia importante, siete stati rasi al suolo ma vi siete rimboccati le maniche e avete ricostruito tutto”.