“Affitti brevi senza regole: così aumenta l’evasione”. Ecco il turismo sommerso

L’allarme arriva da uno studio di Aia Federalberghi sulla mappa degli immobili. “Più 30% di alloggi-vacanza in un anno, troppi non pagano tasse e imposta”

Affitti brevi per gli alloggi turistici: così crea l'evasione

Affitti brevi per gli alloggi turistici: così crea l'evasione

Rimini, 26 novembre 2023 – “Basta con la giungla degli affitti brevi di alloggi turistici: sono aumentati del 30 per cento a Rimini nell’ultimo anno, non pagano le tasse e fanno concorrenza sleale agli alberghi, servono regole". La presidente Aia, Patrizia Rinaldis, forte di un’indagine realizzata con Incipit Consulting ( Sommerso turistico e affitti brevi: le bugie della sharing economy ) chiede un giro di vite.

"Oltre a sottrarre alloggi a chi li cerca – aggiunge – crea concorrenza sleale da parte di soggetti che in gran parte fanno l’attività in maniera professionale, ma spesso all’insegna dell’evasione fiscale e contributiva". "Solo gli appartamenti in vendita su Airbnb, uno dei tanti attori in gioco, sono saliti da 1.356 dell’agosto 2022 ai 1.745 dell’agosto 2023. Oltre 400 in più, il 28,7%. Spesso senza versare Iva, Ires, Tari, tassa di soggiorno". Un giro d’affari, secondo Palazzo Garampi, che sfiora i 4 milioni di euro l’anno per i soli Airbnb.

Di recente lo stesso Comune ha stimato un raddoppio del numero di immobili per i vacanzieri dal 2019 a oggi: "Hanno drogato il mercato – dice l’assessore Juri Magrini – e sottratto alloggi al mercato degli affitti annuali, con forti problemi a chi cerca casa". Per far fronte al problema il Comune ha varato il Piano Casa Rimini con investimenti per 30 milioni. Le abitazioni senza residenti a Rimini sono 12.563. Di queste, stimano gli uffici, ben 8.304 date in affitto ai turisti. "La situazione degli affitti abusivi è completamente fuori controllo in tutta Italia e Rimini non ne è esente – continua Rinaldis –, nonostante fosse stata annunciata una legge nazionale che avrebbe dovuto regolamentare la problematica entro maggio scorso. Se si tratta di attività d’impresa, come dimostrano i dati, deve pagare come una regolare struttura ricettiva, sia tributi erariali che comunali, sia ottemperare agli obblighi normativi di sicurezza e legalità, compresa la trasmissione dei dati degli alloggiati alla Questura".

Lo studio di Federalberghi evidenzia altre cose: "non si tratta di alloggi condivisi (nel 74% dei casi viene affittato l’intero appartamento). Non si tratta di piccoli redditi: due terzi degli annunci riguarda host che gestiscono più di un alloggio. Non sono attività occasionali: il 41% è in vendita oltre 6 mesi l’anno. Non si garantisce la sicurezza dell’ospite: in gran parte degli alloggi mancano estintori, rilevatori di fumo, kit primo soccorso, cassaforte. Altro che esperienza condivisa: il titolare? Chi l’ha visto? Tre turisti su quattro mai.