Coronavirus, a Rovigo 'bruciate' le mascherine

Le farmacie: "Finite le scorte anche nei magazzini". Brusco calo della clientela soprattutto nei ristoranti orientali

Coronavirus, esaurite le mascherine (Foto Ansa)

Coronavirus, esaurite le mascherine (Foto Ansa)

Rovigo, 2 febbraio 2020 - In farmacia non si trovano più mascherine, andate a ruba in pochi giorni. Perfino i magazzini risultano sguarniti. Crescono i timori in città per il coronavirus. Per le strade si vedono ciclisti indossare la mascherina e in alcune attività commerciali gestite da cinesi in questi ultimi giorni si sono registrati cali nel numero dei clienti. Una psicosi destinata a crescere nelle prossime ore. «Si parla molto del coronavirus – racconta una barista –, ma i clienti non mi sembrano troppo preoccupati. Siamo solo all’inizio".

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"Molte persone – afferma Ilaria Dian dell’omonima farmacia –, sia cinesi sia italiane vengono a chiederci le mascherine ma da giorni siamo senza, quello che avevamo in magazzino sono finite tutte. Siamo in preda ad una psicosi collettiva. Capisco la preoccupazione di chi frequenta gli aeroporti, ma i cittadini che non si allontanano da Rovigo non dovrebbero avere paura. Non tutti sanno che esistono varie tipologie di maschere, con livelli di protezione diversi".

"Al momento non siamo particolarmente preoccupati – dichiara Hu Aiqui, sarta –. In Cina la situazione è molto complicata, ma varia da regione a regione. E’ un Paese molto esteso, il livello di diffusione del virus non è uniforme su tutto il territorio nazionale. I nostri parenti tutto sommato stanno bene, vivono in una regione molto lontana da Wuhan". "Abito a Rovigo da 16 anni – racconta Liu Xiu Zhu –, siamo stati il primo bar della città gestito da cinesi. Sono molto preoccupata per il mio Paese. Lì abitano ancora i miei genitori e una sorella, fortunatamente la loro zona non è ancora stata colpita dal contagio. Non ho perso clienti, è andata peggio a una delle mie sorelle, che a Torino gestisce un ristorante. Ha subito una perdita di fatturato del 30%. Alcuni clienti sono preoccupati, ma i controlli rendono tutti un po’ più sicuri".

"Non manca un po’ di timore – spiegano Fazzi Sue Ellen ed Erika Boniolo del bar Forum –, ma cerchiamo di sdrammatizzare. Abbiamo notato un allarmismo più diffuso rispetto a quando c’è stata l’emergenza della Sars. I clienti sono preoccupati, forse eccessivamente visto l’esiguo numero di contagi in Italia. Forse il timore è cresciuto perché ne parlano tanto in televisione. Molti confondono una semplice influenza con il virus. Ho sentito dire che i ristoranti cinesi hanno registrato un calo. Io li frequentiamo spesso, non abbiamo paura perché ci sono numerosi controlli". "È giusto preoccuparsi – interviene Elisa Dal Passo – ma fino a un certo punto. La situazione mediatica sta degenerando. Da madre e da professoressa dico sempre che sarebbe meglio prestare più attenzione all’igiene. Ci vuole la giusta misura, non bisogna avere paura di frequentare persone cinesi". "Al momento – afferma Nico Ferrarollo –, visti i numerosi controlli, non sono preoccupato. Penso che i controlli sugli alimenti vengano fatti non solo in Italia ma anche in Cina. Tra la quarantena e il programma dell’organizzazione mondiale della sanità al momento possiamo stare tranquilli. Sinceramente non ho paura di andare a mangiare in un ristorante cinese. L’allarmismo è sbagliato, bisogna avere la giusta preoccupazione senza esagerare".