A Palazzo Roncale retrospettiva dedicata allo scultore Virgilio Milani

Fino al 25 giugno, con ingresso gratuito, la mostra “Virgilio Milani e l’Arte del ‘900 in Polesine”, che racconta gli sviluppi artistici di un secolo di intensi cambiamenti

Palazzo Roncale, Rovigo, la mostra su Virgilio Milani

Palazzo Roncale, Rovigo, la mostra su Virgilio Milani

Rovigo, 17 aprile 2023. Lo scultore rodigino Virgilio Milani (1888-1977) è il protagonista dell’esposizione di Palazzo Roncale; la sua figura funge da fil rouge nell’esplorazione dell’arte del “secolo breve” nel Polesine, assieme ad altri nomi illustri come Mario Cavaglieri, Leone Minassian, Edoardo Chendi, fino ad arrivare a Paolo Gioli, che di Milani è considerato “erede” insieme al critico Giuseppe Marchiori.

La mostra “Virgilio Milani e l’Arte del ‘900 in Polesine” racconta l’attività di Milani nella sua città, Rovigo, attraverso l’evoluzione delle molteplici opere pubbliche disseminate sul suolo cittadino e le opere “domestiche”, private, spesso raffiguranti figure e ritratti in bronzo o terracotta, le quali erano considerate un vero e proprio “status symbol” da chi poteva commissionarle all’artista. Lo stile riconoscibile di “essenziale sobrietà” di Milani risale, infatti, alla tradizione scultorea italiana, dai rinascimentali Donatello e Laurana, ma anche all’attenzione rivolta da parte dell’artista agli sviluppi artistici italiani ed europei durante tutto l’arco del ‘900.

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All’interno del Palazzo entreranno anche le opere pubbliche di Virgilio Milani attraverso la restituzione fotografica di Fabio Zonta, già autore degli scatti alle opere di Antonio Canova diventati famosi in tutto il mondo. Zonta restituisce l’arte dello scultore mediata dalla sua fedele, rispettosa, eppure personale e fascinosa interpretazione. Un viaggio nell’arte ma anche nella storia e nelle storie dal primo dopoguerra agli anni Ottanta del Novecento polesano, dove il percorso artistico di Virgilio Milani funge da filo conduttore. Un’occasione per conoscere l’importanza di uno scultore che ha vissuto i cambiamenti e le tensioni di quasi un secolo d'arte e ha saputo interpretarne il nuovo in suo personalissimo sentire.

La mostra è curata da Alessia Vedova, da un progetto di Sergio Campagnolo, prodotta da Arcadia Arte e promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo.

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