Meteo Rovigo, città a secco. Manca l’acqua, disagi e rabbia

Colpa dell’Adige in piena: i depuratori non funzionano AGGIORNAMENTO / L'acqua è tornata potabile

I depuratori non sono riusciti a far fronte alla piena del fiume. Troppi metalli pesanti

I depuratori non sono riusciti a far fronte alla piena del fiume. Troppi metalli pesanti

Rovigo, 1 novembre 2018 - E’ stata una giornata nera quella di ieri per circa 70 mila polesani rimasti a secco per più di 24 ore. L’acqua infatti in 9 comuni della provincia, compreso il capoluogo, è tornata a scorrere dai rubinetti di abitazioni e locali solo alle 18.

AGGIORNAMENTO / L'acqua è tornata potabile

La brutta notizia però è che non si trattava di acqua potabile, in quanto il problema alla centrale di Boara Polesine non è ancora stato risolto. La città è stata infatti colpita, in seguito al maltempo delle scorse ore, da una vera e propria emergenza sul fronte dell’acqua potabile, a causa di un un grave problema che si è verificato nella centrale di distribuzione di Boara Polesine. I depuratori presenti nell’impianto infatti non sono riusciti a fare fronte alla piena dell'Adige di martedì mattina, a causa di «un’eccessiva presenza di metalli pesanti (alluminio e ferro) presenti nell’acqua del fiume».

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A spiegarlo ieri, durante le due riunioni in prefettura dell’unità di crisi istituita per fare fronte all’emergenza, a cui hanno partecipato i sindaci, l’Ulss 5, Acquevenete e le forze dell’ordine, è stato lo stesso prefetto Maddalena De Luca. Contemporaneamente, è stato deciso di istituire dei punti di distribuzione d’acqua potabile, con autobotti e punti di stoccaggio di bottiglie d’acqua presenti nei comuni riamasti a secco, ossia: Rovigo, Arquà Polesine, Bosaro, Ceregnano, Costa di Rovigo, Pontecchio Polesine, San Martino di Venezze, Villadose e Villamarzana. «L’acqua che uscirà dai rubinetti a partire dalle 18 - ha avvisato ieri il prefetto - non potrà essere utilizzata in cucina o per lavarsi i denti, in quanto non depurata». Il ritorno alla normalità è previsto nella tarda mattinata di oggi.

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Disagi ieri anche nelle scuole, a causa della mancanza di servizi igienici, i gabinetti dei diversi istituti, a metà mattina, erano infatti già impraticabili. Pile di tazzine da lavare e macchine del caffè fuori uso. I bar , ieri mattina,  si presentavano così. Dai rubinetti dei locali del centro non usciva infatti, dalle 16 di martedi, una goccia d’acqua. Molti esercenti hanno deciso di chiudere il bar avvisando i clienti con un cartello esposto sulla porta dove si legge «Chiusi per mancanza d’acqua». Impossibilità di lavorare anche per ristoranti, pizzerie e  negozi di parrucchieri.

Per tutto il giorno i supermercati della città e della provincia sono stati presi d’assalto  per rifornirsi di bottiglie d’acqua.

Sull’emergenza è intervenuta anche la Cna:«Quello che non abbiamo ancora realizzato e compreso - afferma David Gazzieri presidente provinciale di Cna Rovigo - è come, pur in presenza di un’emergenza oggettiva, non si sia ancora arrivati a poter contare su un sistema di distribuzione idrica efficiente che possa sicuramente salvaguardare la salute della popolazione ma anche le attività di quelle piccole imprese che subiscono danni economici da queste problematiche come ad esempio il settore alimentare e della panificazione, dell’acconciatura ed estetica, l’edilizia ed altri comparti».

La società Acquevenete, che gestisce il servizio idrico, ha chiarito che il problema dell’incapacità di affrontare l’emergenza da parte della centrale di Boara Polesine è stato conseguenza della vetustà dell’impianto, il cui ammodernamento era già stato messo in preventivo al momento della fusione con Polesine Acque.