Nek, prossimamente sarà uno dei nostri ‘Direttori per un giorno’. Si ricorda quando è apparso per la prima volta sulle pagine de il Resto del Carlino?
"Il vostro giornale ha sempre seguito i miei passi e, mentre venivo a questa festa mi ricordavo che la prima volta che sul Carlino è stata messa la mia foto. Era il 1986, con un amico a Sassuolo suonavo il country di John Denver nel Festival dello studente: vincemmo quella kermesse. Il giorno dopo, trovammo la nostra fotografia sul giornale".

Quindi, si può dire che sia cresciuto a ’pane e Carlino’?
"A casa mia si è sempre letto e, per me, il vostro giornale rappresenta tanto, significa odore d’inchiostro, che amo. Ma io, lo confesso, sono davvero un nostalgico, ho nel cuore i dichi in vinile. Io faccio musica e capisco che, come per scrivere un pezzo, serve il dono della sintesi per essere efficaci e trasmettere emozioni, la stessa cosa bisogna fare quando si scrive un trafiletto sul giornale. E auguro al Carlino di avere l’entusiasmo di scrivere con verità, perché la verità ci rende liberi".
Se dovesse scegliere una sua canzone per raccontare questi tempi e come è cambiata la sua carriera, quale sceglierebbe?
"Sicuramente Fatti avanti amore, con la necessità di averne di più, nelle relazioni, nei rapporti umani, nel non usare l’indifferenza. Ecco, credo che quel sentimento sia davvero il peggiore dei mali. È un’esortazione a cercare sempre vicinanza, contatto nelle piccole cose, anche nei vostri portici ad esempio, questo amore per il territorio mi fa venire in mente Fatti avanti amore".