Il parere della gente. Tra emozione e gioia: "Un tesoro della città che aiuterà il turismo"

L’attesa di ferraresi e non: "Da troppi anni era chiuso, non vediamo l’ora". Poi i consigli: "In futuro restauri parziali per non sigillarlo tutto" . .

Il parere della gente. Tra emozione e gioia: "Un tesoro della città che aiuterà il turismo"

Il parere della gente. Tra emozione e gioia: "Un tesoro della città che aiuterà il turismo"

Finalmente il Duomo. "Era ora – esclama Luca Lambertini, passeggiando sul Listone – perché sono tanti anni che è chiuso. Durante la mia vita ho visto il Duomo a fasi alterne, visto che dal 1968 al 1982 fu anche allora chiuso. È una delle meraviglie di questa città". Di quella chiusura si ricorda anche Roberto Bellati, che per il futuro si fa una promessa: "Me lo sono goduto poco nella mia vita, cercherò di andarci più volte adesso. La riapertura è una buona notizia per tutta Ferrara". Soddisfazione anche per Eleonora Grimandi, titolare dell’edicola in corso Martiri della Libertà, che racconta come spesso i turisti le chiedono informazioni sulla cattedrale. "Sono contenta, non dimenticherò mai quando portavo i miei figli a fargli vedere le opere all’interno del Duomo". Tra una chiaccherata sulla Spal e l’altra, il signor Giorgio Meloni è contento per la riapertura della cattedrale. "Darà una mano al turismo. Non sono un gran praticante, ma ci andrò". Sulla riapertura del Duomo sono contenti anche i ferraresi che per motivi di studio o lavoro sono costretti a vedere poco la propria città, come Vittoria Alvisi. "Il fatto che riapra dopo tanti anni mi dà una sensazione positiva. Si tratta di un simbolo della città e spero che presto si possa vedere la facciata e sarebbe un gran segnale anche per il turismo. Anche Carla Bottoni, signora che vive da tempo a Ferrara, ma originaria di Bologna, sottolinea l’importanza dell’evento. "Finalmente lo rivedremo, sarà una nuova spinta per i turisti".

Ed eccoli proprio i turisti. Come Antonietta Azzolino di Milano che davanti alla cattedrale era dispiaciuta di non poterci entrare ad ammirare le opere d’arte. Una coppia di toscani, Isetta Passaniti e Renzo Ronchi, ha sottolineato come vadano cambiate le modalità di restauro, magari facendolo in maniera parziale e non totale, così da non chiudere un intero monumento. "Servirebbe inoltre meno burocrazia".

Federico Besio