Uno sviluppo sostenibile non può prescindere della tutela dei salari

Bologna è una città attrattiva per i giovani grazie alla qualità imprenditoriale e dei servizi. Tuttavia, preoccupano il peggioramento della sicurezza e la diseguale distribuzione del valore prodotto, con presenza di lavoro "povero". È necessario lavorare per migliorare l'equità e garantire prezzi giusti e una giusta remunerazione del lavoro per mantenere uno sviluppo inclusivo e sostenibile.

A Bologna si vive bene. Non è una sorpresa, è l’esperienza della maggior parte delle cittadine e dei cittadini di questa nostra città, seppur non di tutte. Colpiscono in termini positivi i dati nella sezione ’Demografia e società’: natalità positiva e riduzione dell’indice di vecchiaia, in controtendenza rispetto alla curva demografica del Paese, rappresentano un incremento di capitale per il futuro di grande valore. Bologna è attrattiva per i giovani; il mix qualità imprenditoriale, qualità dei servizi continua ad essere la carta vincente. Infrastrutturazione sociale e culturale, che consente un profilo di sviluppo economico dinamico, che a sua volta regge il costo dei servizi. Anche la crescita degli indicatori relativi ad ambiente e cultura indica un orientamento in direzione di futuro: il miglioramento della qualità ambientale, l’offerta formativa, i servizi culturali sono elementi essenziali nella riduzione dei rischi e nella produzione di valore prospettico. Due sono gli elementi che destano preoccupazione. Il primo, macroscopico: il peggioramento delle condizioni di sicurezza può divenire un freno al dinamismo della città. Fra le categorie di reati analizzati, intollerabile è la crescita delle violenze sessuali. Bologna deve fare uno scatto, poggiando sugli elementi fondamentali della sua identità: democrazia, libertà, promozione della conoscenza, inclusività, contrasto ad ogni discriminazione, reti solidali e partecipazione sono gli strumenti per isolare e contrastare ogni forma, vecchia o nuova, di paternalismo e di cultura della prevaricazione, affermando negli atti, pubblici e privati, l’autonomia e la piena parità delle donne. Il secondo, appena accennato, ha che fare con il rischio che quella leggera riduzione della ricchezza e dei consumi sia non solo il prodromo di un periodo di stagnazione o recessione, come ormai sembrano indicare molte evidenze a livello Paese, ma l’indicatore di una diseguale distribuzione del valore prodotto.

Lavoro ’povero’ per reddito o qualità è presente anche nella nostra città, spesso nei gradini della ’scala’ della fornitura; della scala, sì, non della catena, ad indicare la diseguale distribuzione del valore che, a volte, vi si ritrova, così come in svariati ambiti in cui opera la committenza pubblica. Sono i settori che, più di altri, segnano la qualità della vita percepita e concretamente misurata a Bologna: servizi alla città, alle persone, alle famiglie, per l’ambiente. Lavorare, nel privato e nelle interfacce pubblico-privato per migliorare l’equità, garantire prezzi giusti e una giusta remunerazione del lavoro è la condizione per continuare ad essere attrattivi, per continuare a produrre valore, per non arretrare verso l’obiettivo di uno sviluppo inclusivo e sostenibile, che è la cifra della qualità della vita a Bologna.