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Tragedia in Cadore, ricostruita dai periti la scena dell'incidente che ha ucciso tre persone

Un'auto lanciata a tutta velocità contro i manichini: è la scena dell’esperimento giudiziale che si è svolto questa mattina a Santo Stefano. Le vittime erano di Favaro Veneto (Venezia): un bambino di 2 anni, il padre e la nonna

La scena dell'incidente avvenuto il 6 luglio a Santo Stefano di Cadore (Belluno)

Belluno, 10 ottobre 2023 – È stata ripercorsa la tragedia di Santo Stefano di Cadore, l’incidente che ha travolto e ucciso tre persone, tra cui un bambino di due anni, spezzando una famiglia originaria del Veneziano.

Si è svolto questa mattina l’esperimento giudiziale, ovvero la simulazione a fini di prova dell’incidente provocato dall’auto della tedesca Angelika Hutter, la 33enne poi arrestata per il triplice omicidio stradale costato la vita al 48enne Marco Antonello, al figlio Mattia di soli due anni e alla nonna del piccolo, la 64enne Mariagrazia Zuin.

La ricostruzione della tragedia

La ricostruzione della tragedia è stata disposta dalla magistratura per riprodurre lo scenario nel quale lo scorso 6 luglio si verificò l'incidente che costò la vita ai tre pedoni. L’esperimento giudiziale si è svolto in via Udine, nel centro del paesino di montagna dove la famiglia – originaria di Favaro Veneto, nel Veneziano – stava trascorrendo una vacanza in Val Comelico. Presenti sul posto i periti e i consulenti delle parti, oltre al procuratore Belluno, Paolo Luca.

Esperimento giudiziario: cos’è e come si svolge 

L'iniziativa giudiziaria intende cercare di chiarire, attraverso l'uso di manichini e di un'automobile di massa e cilindrata analoga all’Audi di Angelika Hutter – lanciata alla velocità contro le vittime, in base agli elementi ricavati dalle precedenti perizie – quali condizioni di visibilità potesse aver avuto la conducente che non risultò aver assunto stupefacenti o alcolici oppure essere stata distratta da attività sul proprio telefono cellulare.

L’incidente: cosa è successo

Velocità elevata, nessun segno di sbandata o di frenata dell’Audi che ha falciato le tre vittime di Santo Stefano di Cadore. Tant’è che inizialmente si era pensato che la donna fosse in stato di ebbrezza o sotto l’uso di stupefacenti – ipotesi poi smentita dagli esami tossicologici – o che la 33enne tedesca avesse volontariamente lanciato l’auto a tutta velocità contro il marciapiede sul quale stava passeggiando la famiglia, scagliando le tre vittime a 30 metri di distanza. Salvi il nonno Lucio Potente – il marito 67enne di Mariagrazia, ex portiere di calcio molto conosciuto nel Veneziano per la sua attività di allenatore nello Jesolo Calcio – e la figlia 42enne Elena Potente, mamma del bambino.