Valanga in Norvegia, morto Matteo Cazzola, "grave ma stabile" Pietro De Bernardini

Alcuni dei 5 alpinisti vicentini indossavano lo zaino-airbag che gli ha consentito di ‘galleggiare’ sopra la massa nevosa. Si tratta di uno strumento "di sopravvivenza ma non garantisce la vita", spiega Giorgio Gajer, del Soccorso Alpino: dipende se nella caduta ci sono rocce, ghiaccio o tronchi

Matteo Cazzola

Matteo Cazzola

Vicenza - 1 aprile 2023 - Si chiama Matteo Cazzola, 36 anni, residente a Vicenza, l'alpinista morto travolto da una valanga nel pomeriggio di ieri durante un'escursione in Norvegia, sul picco del Kavringtinden, a 1300 metri di quota.

Secondo quanto si è appreso l'uomo, che si trovava nel Paese scandinavo da qualche giorno per un periodo di ferie, faceva parte di una comitiva di otto persone, tutti vicentine, tre delle quali non avevano partecipato all'escursione, preferendo restare in baita. A Vicenza vivono anche i genitori dell'alpinista che sono stati avvisati della disgrazia nella serata di ieri e che devono recarsi in Norvegia per il riconoscimento della salma e per riportare con sé la salma del congiunto.

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Pietro De Bernardini, grave ma 'stabile'

Ferito in modo grave anche Pietro De Bernardini, 25 anni, residente a Isola Vicentina (Vicenza), ricoverato in terapia intensiva nell'ospedale di Tromso. "Le condizioni del nostro concittadino sono stabili, anche se rimangono gravi" - ha dichiarato all'Ansa Francesco Gonzo, sindaco di Isola Vicentina. "Questa mattina - precisa Gonzo - ho sentito telefonicamente la mamma del ragazzo, che mi ha aggiornato sulle condizioni del figlio. Secondo quanto mi ha riferito, in queste ore sta organizzando il viaggio per volare, appena possibile, in Norvegia e poter stare accanto a Pietro. La nostra comunità - prosegue il primo cittadino - è molto scossa per questa notizia che abbiamo appreso all'alba di oggi e che in un attimo si è diffusa tra gli abitanti. Siamo in apprensione per le sorti del nostro concittadino, ma abbiamo anche piena fiducia che alla fine tutto potrà risolversi per il meglio. Come amministrazione siamo a disposizione per qualsiasi necessità ed esigenza". Gonzo ha infine annunciato di aver contattato telefonicamente anche l'ambasciata italiana ad Oslo, e "mi hanno assicurato che stanno seguendo da vicino la vicenda che riguarda il gruppo di vicentini. Loro sono in contatto anche con l'ospedale in cui sono ricoverati i feriti, da dove peraltro non trapelano notizie per motivi di riservatezza. Dalla Norvegia le notizie arrivano con il contagocce, ma siamo comunque in contatto diretto", conclude il sindaco.

Gli altri vicentini feriti

Ferite più lievi per un terzo compagno di cordata, che è già stato dimesso dall'ospedale., mentre gli altri due sono rimasti illesi e sono stati portati via in elicottero. Per la loro incolumità sarebbero stati decisivi gli zaini con airbag che gli hanno consentito di rimanere in superficie nel momento in cui sono stati travolti, mentre un'altra parte del gruppo sarebbe stata travolta finendo a sbattere contro gli alberi e riportando diverse ferite. Il gruppo fa parte del Cai di Montecchio Maggiore ed oggi avrerbbe dovuto fare ritorno in Italia. Ma l'ultima escursione ha tradito alcuni di loro e ha cancellato l'esistenza di Matteo Cazzola.

Chi era Matteo Cazzola

Matteo Cazzola, 35 anni, di Vicenza, era un grande appassionato della montagna. Sui suoi profili social ci sono numerose immagini di escursioni in alta quota. Si era laureato all'Università di Padova come ingegnere e lavorava alla Pietro Fiorentini di Arcugnago, che si occupa di forniture di energia, nel settore dell'idrogeno, considerato una valida alternativa ai mezzi combustibili contro l'inquinamento del pianeta. Lascia i genitori e una sorella.

Il cordoglio di Zaia

"Ho seguito con molta apprensione la vicenda della grave valanga che ieri in Norvegia ha colpito i nostri corregionali, coinvolgendo cinque vicentini. Sono profondamente colpito per la perdita del 35enne Matteo Cazzola, un ragazzo intraprendente e sportivo che aveva fatto della montagna e dell'ambiente naturale uno dei suoi motivi di vita. Esprimo le mie più sentite condoglianze alla sua famiglia, agli amici e a tutti quelli che gli hanno voluto bene" ha dichiarato il Governatore del Veneto Luca Zaia.

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Lo zaino con airbag

Lo zaino airbag da valanga è nato nel 1985 ed è un'attrezzatura di emergenza che può aumentare le probabilità di sopravvivenza se si viene travolti da una massa di neve o ghiaccio. Proprio quello che è accaduto sabato nell'incidente in Norvegia in cui è morto uno scialpinista vicentino ma almeno due compagni di escursione sono rimasti illesi grazie a questa attrezzatura. "L'airbag è uno strumento di ultima generazione, sicuramente di sopravvivenza ma non garantisce la vita", spiega all'Agi Giorgio Gajer, presidente di lungo corso del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico dell'Alto Adige.

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"Lo zaino è uno strumento con funzione di galleggiare, di restare sopra la valanga ma comunque negli anni sono decedute tante persone - aggiunge Gajer -. Diciamo che aumenta la percentuale di non essere sepolto. C'è poi una questione di spazio e di costo che va da 500-600 euro a salire. Devo dire che non se ne vedono tanti sulle Alpi, sono più comuni proprio in Norvegia dove le distese sono molto vaste e quindi c'è meno possibilità di chiamare i soccorsi. Airbag strumento importante ma non è il patentino per salvarsi perchè dipende come la valanga colpisce la persona, se ci sono blocchi di ghiaccio o massi, e la pendenza del pendio".

Come funziona l'airbag

Il principio fisico dell'airbag è chiamato segregazione inversa o 'effetto noce del Brasile' in base al quale in una massa di particelle in movimento quelle più piccole si orientano verso il basso e quelle più grandi verso l'alto. L'esempio è quello di un bicchiere di muesli: se lo si agita, le noci del Brasile si sposteranno automaticamente in alto e la farina d'avena in basso. Lo stesso principio si applica a una persona con un airbag gonfiato in una valanga: la vittima della valanga 'nuota' in superficie a causa della galleggiabilità. Normalmente l'airbag è collocato nello zaino con una maniglia per il rilascio nella tracolla e un cuscino d'aria compresso in uno scomparto separato. Da uno studio canadese condotto nel 2014 emerse che su 245 incidenti in cui persone con e senza airbag erano state coinvolte nella stessa valanga, il 22,2% delle persone senza airbag sono morte, a fronte dell'11,1% di chi era riuscito a gonfiare l'airbag. Va detto, peraltro, che in un caso su cinque gli escursionisti non erano riusciti a dispiegare l'airbag. L'airbag, se ci si addestra al rilascio e si tiene lo zaino regolarmente revisionato, può essere un aiuto a patto di non dimenticare l'apparecchio Artva per la geolocalizzazione e di pianificare comunque le escursioni tenendo conto dei rischi"