Venezia, dress code per le donne "tacco alto minimo 7 centimetri". Ed è polemica

"Il metro lo devo portare da casa?", "Vergogna, medioevo" sono i commenti sui social. L'indicazione sull'abbigliamento per una serata di degustazione vini ora ritirata, basta l'abito da sera

Una scarpa con tacco 7 centimetri, il 'minimo' richiesto per accedere all'evento di degustazione

Una scarpa con tacco 7 centimetri, il 'minimo' richiesto per accedere all'evento di degustazione

Venezia, 19 marzo 2023 - Che in alcuni ritrovi e per alcuni eventi non proprio alla portata di tutti esista un dress code, un 'codice d'abbigliamento' talvolta gradito, altre volte obbligatorio, non è una novità. In alcuni locali, ad esempio, l'uomo deve indossare rigorosamente la cravatta, sono richiesti lo smoking da sera per lui e l'abito da sera per lei. Ma indicare, alle donne, che è richiesto di indossare delle scarpe con il "tacco alto" e che questo debba essere “minimo di 7 centimetri”, ha provocato le polemiche e l'ironia sui social: "Il centimetro lo porto da casa?". E dunque il 'dettaglio' richiesto al gentil sesso è stato rimosso tra le richieste del 'dress code'.  

Approfondisci:

Federica Pellegrini a Riccione per il party dei trent’anni di Alice Mizzau / Video

Federica Pellegrini a Riccione per il party dei trent’anni di Alice Mizzau / Video
Approfondisci:

Gli Oscar ai piedi della Romagna Da Rihanna col pancione a Cate: sfilano le scarpe di San Mauro

Gli Oscar ai piedi della Romagna Da Rihanna col pancione a Cate: sfilano le scarpe di San Mauro

Degustazione sui tacchi

Protagonista di questa gaffe sicuramente poco rispettosa delle ospiti, anche perché la misura del tacco non ha nulla a che fare con la personalità, il modo di vestire, e fa pensare ad una donna che deve essere più che altro oggetto da esibire, è una serata con cena e degustazione di vini, il cui dress code prevede abito 'elegante' e, appunto, per le donne "tacchi alti, minimo 7 centimetri". L'indicazione, poi rimossa, è comparsa su una pagina per pubblicizzare l'evento 'Bolle a cena', organizzato per i prossimi 1 e 2 aprile nell'ambito della manifestazione 'Bollicine in villa', in un ristorante a Santa Maria di Sala (Venezia). Una volta diffuso questo particolare, sulla pagina Facebook degli organizzatori sono arrivati però anche i commenti tra l'indignato e il sarcastico: "Volevo sapere se il metro per misurare i tacchi lo devo portare io o lo trovo all'ingresso?", "Vergogna, medioevo", "Scusate io ho il tacco 6 cm. Sono bannata dai vostri eventi?". Gli organizzatori, contattati dall'Ansa, si sono stupiti della rilevanza data al particolare, e comunque "nessuno - hanno puntualizzato - avrebbe mai misurato alcunché. Soltanto l'indicazione di un abbigliamento elegante e da sera". Ignari, e leggermente irritati, i gestori del locale. Qualcuno definisce sessista anche la locandina in cui compare una donna quasi svestita che beve da una flute, a rimarcare la donna vista solo come un oggetto, per vendere qualsiasi cosa: in questo caso il vino. Ma c'è anche chi difende gli organizzatori: “Dovreste riportare il tacco a 12 cm come in passato: se non gradiscono, le femministe con le ballerine vadano ai centri sociali” si legge in un post. Un altro utente commenta sarcasticamente: “Le 'grandi battaglie’ del femminismo moderno”.

I precedenti: dalle universitarie alle vigili

Non è la prima volta che il dress code causa polemiche. Il caso più noto è quello di Francesco Bellomo, l'ex giudice del Consiglio di Stato finito sotto inchiesta, e poi prosciolto dalle accuse, per stalking e violenza privata nei confronti di alcune ex allieve della scuola per aspiranti magistrati 'Diritto e scienza’ di Bari: le studentesse lo accusavano anche di avere imposto un 'dress code’, cioè minigonne e tacchi a spillo, per seguire i suoi corsi. Risale invece a qualche mese fa la denuncia sui social della conduttrice Andrea Delogu, rifiutata da un ristorante romano, perché vestita con la tuta della palestra. Infine, arrivava sempre dal Veneto la storia del dress code imposto nel 2019 alle donne della polizia locale del Comune di Cittadella (Padova); un regolamento definiva il taglio e la pettinatura delle agenti donna, oltre all'obbligo di biancheria intima “sobria e discreta” e l'uso obbligatorio dei collant anche in estate. Disposizioni che non furono riviste perché il riscorso al Tar, presentato da una delle interessate, fu respinto.

Nella pagina dell'evento, comunque, sul social media da oggi campeggia la dicitura 'sold out', tutto esaurito. Chissà se le ospiti della degustazione rispetteranno l'indicazione o si presenteranno con le ballerine.

Approfondisci:

"Arte e moda, un percorso che fa sognare"

"Arte e moda, un percorso che fa sognare"

Alexander McQueen porta in passerella l'eleganza inclusiva