Bio On, falso e manipolazione di mercato. Un arresto e due misure cautelari

Nei guai i vertici del gruppo delle bioplastiche innovative, le interecettazioni. Sequestri per 150 milioni, la Borsa sospende il titolo. La difesa: "Faremo ricorso"

Bio-on, indagine della Guardia di Finanza

Bio-on, indagine della Guardia di Finanza

Bologna, 23 ottobre 2019 - False comunicazioni sociali da parte di una società quotata e manipolazione del mercato: sono le accuse nei confronti dei vertici di Bio-On, società bolognese quotata in Borsa e operante nel settore delle bioplastiche. Nove persone indagate (fra amministratori, sindaci, direttore finanziario e revisore), tre le misure cautelari personali emesse dal Gip di Bologna, destinate a figure apicali dell'azienda.

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Agli arresti domiciliari il socio e presidente del consiglio di amministrazione Marco Astorri, mentre per il socio e vice presidente del consiglio di amministrazione Guy Cicognani e per il presidente del collegio sindacale Gianfranco Capodaglio è scattata una misura cautelare interdittiva: divieto di esercitare funzioni direttive di persone giuridiche. 

Nell'ambito dell'operazione 'Plastic Bubbles' condotta dalla Guardia di Finanza, è stato disposto anche il sequestro di beni per complessivi 150 milioni, pari al valore del profitto dei reati commessi.

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Il gruppo, che concede in licenza e produce bioplastiche innovative, è stato da fine luglio al centro di un caso, da quando cioè è stato oggetto di un report del fondo speculativo Quintessential, che aveva messo in dubbio la trasparenza dei bilanci e le capacità produttive dello stabilimento di Castel San Pietro Terme. Nel report, dal titolo 'Una Parmalat a Bologna' si parlava di una società che si regge su "un castello di carte", ha una "situazione finanziaria precaria" e una contabilità che "presenta serie irregolarità". Bio-on, guidata dal presidente Marco Astorri, aveva smentito e presentato denuncia.

I finanzieri del Comando provinciale di Bologna hanno eseguito anche diverse perquisizioni in Emilia Romagna, Lombardia e Lazio. L'indagine delle Fiamme Gialle ha evidenziato "numerose irregolarità nella formazione di bilanci e nell'informazione societaria riportata al Mercato, con particolare riferimento ai ricavi e al livello di produzione dichiarati". 

La capacità produttiva di bio-polimeri dell'impianto di Castel San Pietro, infatti, veniva rappresentata come di mille tonnellate l'anno, quando in realtà dall'inizio del 2019 ad oggi si attestava sulle 19 tonnellate. Nel dettaglio è stato rilevato come gran parte dei ricavi iscritti nei bilanci della società dal 2015 al 2018 fosse non veritiera, con riguardo alle tempistiche e modalità di realizzazione, mentre parte dei ricavi generati da cessioni di licenze nei confronti di due joint venture contabilizzate nel 2018, sarebbe frutto di operazioni fittizie.

I sequestri hanno riguardato beni e risorse finanziarie degli indagati fino al raggiungimento dell'importo del profitto del reato, quantificato in 36 milioni di euro, nonché le azioni della società quotata nella disponibilità degli stessi, il cui valore ammonta a circa 115 milioni di euro.

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La Borsa sospende la quotazione del titolo

Borsa Italiana annuncia che i titoli di Bio-on "sono sospesi dalle negoziazioni" e che "seguiranno comunicazioni". La decisione arriva dopo che la procura di Bologna ha emesso la serie di misure cautelari nei confronti del gruppo.

E il Siti, Sindacato Italiano per la Tutela dell'Investimento e del risparmio di Milano, in una nota, "chiama a raccolta tutti gli azionisti (e gli ex azionisti che siano usciti in grave perdita) al fine di consentire loro di usufruire della propria iniziativa di tutela, tesa alla costituzione di parte civile nel procedimento penale per il risarcimento del danno, e delle ulteriori iniziative che sarà necessario adottare per salvaguardare, per quanto possibile, il proprio investimento ed al contempo, se possibile, il futuro della società.

Il 9 luglio del 2018 il titolo Bio-on, quotata sul mercato Aim di Borsa Italiana, è arrivato a toccare i 70 euro, il suo massimo di sempre, attribuendo alla società una capitalizzazione 'monstre' di 1,3 miliardi, tutta fondata sulle prospettive future della società e delle sue bioplastiche. Prima della sospensione disposta oggi da Borsa Italiana, il titolo era già crollato a 10,4 euro, e il valore della società a poco meno di 200 milioni. Che potrebbero presto evaporare se la magistratura dovesse avvalorare le accuse di Quintessential.

Intanto proseguono gli accertamenti avviati dalla Consob nei mesi scorsi sulla vicenda Bio-on in tutti i suoi aspetti. "La Consob collabora attivamente con l'autorità giudiziaria", riferisce un portavoce dell'Authority di Borsa, interpellato in merito all'attività di vigilanza svolta sulla società di bioplastica. Le indagini della Consob riguardano sia l'operato della società e del suo vertice che quello del fondo Quintessential.

Bio-on ordinanza, il Gip: "Così è stato influenzato l'andamento del titolo"

"Le false informazioni di bilancio sono risultate strettamente funzionali ad accrescere la capitalizzazione" e, conseguentemente, rendere più appetibili sul mercato le azioni della società. Così il Gip del Tribunale di Bologna, Alberto Ziroldi, descrive nell'ordinanza la strategia adottata da Bio-on. Una strategia comunicativa utilizzata dal presidente del cda, Marco Astorri, finito agli arresti domiciliari, che il Gip definisce ancora "roboante, ammiccante, ed ottimisticamente proiettata verso obiettivi sempre più significativi che sottaceva alcuni dati di fondo sviluppati dall'attività d'indagine", e che è riuscita a creare nel mercato aspettative ingannevoli di forte crescita, influenzando significativamente l'andamento del titolo. Una condotta che, hanno spiegato gli investigatori, ha consentito di raccogliere ingenti risorse finanziarie e generare indebiti vantaggi economici per i soci, anche a seguito della cessione di warrant collegati al titolo. 

Bio-on, le intercettazioni

"Abbiamo sbagliato a scriverlo, va bene, mi prendo il mio pezzo di responsabilità ma non è solo colpa nostra. E' colpa del sistema che ci ha indotto a fare queste comunicazioni". Così il fondatore e presidente di Bio-on, Marco Astorri provava a convincere un revisore di Ernst & Young, che manifestava forti riserve sull'atteggiamento dell'imprenditore, durante una conversazione telefonica intercettata. 

Il revisore contestava ad Astorri che l'impianto di Castel San Pietro è in grado di produrre soltanto 5 tonnellate al mese di microplastiche in Pha, cifra in realtà ben lontana dalle indicazioni fornite al pubblico dalla società (che era di mille all'anno). In un'altra intercettazione un consigliere d'amministrazione definisce quelle di Astorri "teorie comunicative e scollegate dalla realtà", e anche il vicepresidente di Bio-on, Cicognani, destinatario di una misura interdittiva, parlando con un interlocutore, diceva che "Astorri aveva sparato molto alto".

Infine, in una telefonata dello scorso 9 agosto, uno degli indagati, consigliere di amministrazione della società, dialogando con il presidente del collegio sindacale, Gianfranco Capodaglio, anche lui sottoposto a misura interdittiva, ammette che "tutte le entrate delle joint venture sono fittizie"

Bio-on, gli avvocati di Astorri: "Faremo ricorso al Riesame"

"Anche alla luce degli autorevoli pareri già in atti circa la regolarità delle condotte tenute dagli amministratori della società, e in particolare circa la regolarità dei rapporti finanziari con le società partecipate", presenteremo quanto prima "la dovuta richiesta di riesame al Tribunale competente, confidando che la correttezza dell'operato di Marco Astorri e degli organi societari venga riconosciuta in sede giudiziaria". E' quanto fanno sapere il professor Filippo Sgubbi e l'avvocato Tommaso Guerini, legali del fondatore e presidente del consiglio di amministrazione di Bio-on, Marco Astorri, finito agli arresti domiciliari. 

Bio-on, come è partita l'indagine e i numeri difformi sulla capacità produttiva

"I manager di Bio-on sostenevano che lo stabilimento era in grado di produrre mille tonnellate l'anno" di polimero. "Dopo le nostre indagini è emerso che c'era una difformità sostanziale, perché la produzione era di 19 tonnellate da inizio 2019 quando, in realtà, avevano detto che la produzione era iniziata già nel 2018". Così il procuratore capo di Bologna, Giuseppe Amato, nel corso di una conferenza stampa sulla vicenda Bio-on. Il capo della procura ha ricostruito tutti i passaggi di un'inchiesta "molto complessa" che prende le mosse dalle accuse del fondo speculativo Quintessential. "Da lì - spiega Amato - sono partite le indagini e abbiamo trovato una corrispondenza con quanto comunicato dal fondo americano. Non ci interessava il giudizio nel merito del prodotto di Bio-on, il polimero, quello che ci interessava era la gestione della società, che è un tema sensibile".

L'indagine, continua il procuratore Amato, si è concentrata prevalentemente su due aspetti: il primo è "la modalità con cui venivano rappresentati nei bilanci e all'esterno i ricavi dell'attività, che provenivano dalle licenze del prodotto nei confronti di società che erano costituite ad hoc". Il secondo punto è quello relativo alla potenzialità produttiva dello stabilimento Bio-on di Castel San Pietro Terme: "Abbiamo notato delle situazioni che destavano molte perplessità, che inizialmente avevano dei rilievi civili e amministrativi, poi diventati penali. In particolare, il sito di Castel San Pietro veniva rappresentato all'esterno con comunicazioni ufficiali che avevano effetti importanti sulla società".

Il nodo era quello della reale capacità produttiva: "I manager sostenevano che lo stabilimento era in grado di produrre mille tonnellate l'anno di polimero. Dopo le nostre indagini, invece, è emerso che c'era una difformità sostanziale, perché la produzione era di 19 tonnellate da inizio 2019, quando in realtà avevano detto che la produzione era iniziata già nel 2018".

"Bio-on, evitata l'esplosione di una bolla economica devastante"

"Credo che si sia doverosamente intervenuti proprio per quella garanzia e tranquillità del mercato, per evitare che potesse esplodere con effetti ancora più devastanti una bolla economica che certamente avrebbe arrecato ancora maggiori danni", ha continuato il procuratore Amato. "Noi dobbiamo dare una risposta di correttezza e tempestività - ha aggiunto (video) - la vicenda è nata a luglio e siamo arrivati a novembre, è chiaro che ci siamo mossi contestando questi reati che riteniamo entrambi supportati da importanti elementi indiziari. Tanto è vero che il giudice ha applicato la misura per le false comunicazioni sociali", ha spiegato ancora Amato. "Volevamo garantire una informazione corretta e puntuale su un mercato aperto ai risparmiatori, per evitare investimenti drogati da informazioni improvvidamente o capziosamente rappresentate", ha concluso Amato.

Bio-on, l'ispezione e il futuro dell'azienda

"Ad agosto, subito dopo il comunicato di luglio di Quintessential, abbiamo chiesto al Tribunale civile l'apertura di un procedimento per irregolarità da parte della società - ha spiegato ancora Amato -, in base all'articolo 2409 del codice civile, in cui veniva richiesta un'ispezione al termine della quale il Tribunale potrebbe decidere di sostituire i vertici dell'azienda". 

Il numero uno della Procura ha poi aggiunto che "l'ispezione è ancora in corso. C'è già stata un'udienza in cui è stata sentita la società". In merito alla tutela dei dipendenti di Bio-on, un centinaio di lavoratori, Amato ha aggiunto: "Questa società è da un lato nelle mani del Tribunale, mentre per quanto riguarda il sequestro delle azioni è nelle mani del custode che dovrà medio-tempore gestirla secondo le regole dell'economicità, correttezza e linearità".

AGGIORNAMENTO Dichiarato il fallimento

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