Omicidio Cenci, Eder Guidarelli confessa. "Sì, ho ucciso Marcello"

Interrogatorio "lungo, sofferto e drammatico" in carcere. E dalla Spagna arrivano finalmente gli atti di indagine

Eder Guidarelli Mattioli, in carcere per l’omicidio di Marcello Cenci

Eder Guidarelli Mattioli, in carcere per l’omicidio di Marcello Cenci

Ferrara, 10 febbraio 2018 - Cinque ore di interrogatorio. Un’eternità, ma non se devi scaricarti dalla schiena un macigno pesante quanto l’omicidio di un amico d’infanzia. Eder Guidarelli Mattioli, il 32enne di Pontelagoscuro in carcere per il delitto di Marcello Cenci, coetaneo assassinato a Valencia nella notte tra il 2 e il 3 luglio, vuota il sacco.

Sono le 10 di ieri quando il sostituto procuratore Ciro Alberto Savino varca la soglia del carcere di via Arginone. Con lui ci sono gli avvocati Eugenio Gallerani e Giacomo Forlani, difensori di Eder. Tra le mura del carcere, magistrato e indagato sono faccia a faccia per la prima volta. La procura sa di avere in mano prove schiaccianti a carico del 32enne. E forse lo sa anche lui. Inutile quindi tenere viva la storia raccontata durante il primo interrogatorio davanti agli inquirenti di Imperia, subito dopo la cattura ad opera dei carabinieri del comando provinciale di Ferrara. «Io non l’ho ucciso – aveva detto Guidarelli –. Ho raggiunto Marcello a Valencia e abbiamo parlato. Ci siamo lasciati un po’ tristi e un po’ feriti».

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Ora Eder parla. E confessa l’indicibile. Racconta al pubblico ministero quello che già si sospettava. Chi ha assistito descrive l’interrogatorio come «lungo, sofferto e drammatico». La sabbia scorre nella clessidra mentre Guidarelli si cala sempre più a fondo nell’abisso di una tragedia.

Dopo cinque ore di faccia faccia, Eder viene riaccompagnato in cella. Uno degli ultimi tasselli che mancavano a completare il quadro, ora è arrivato. Alla fine di tutto, i legali di Eder si chiudono nel silenzio. «È stato un interrogatorio lungo e importante – si limitano a dire gli avvocati Gallerani e Forlani –. Di più non possiamo dire. Siamo vincolati al segreto professionale».

La confessione di Eder arriva a pochi giorni da un’altra importante svolta nelle indagini per l’omicidio di Marcello Cenci. Dopo un lungo ed estenuante braccio di ferro giudiziario, la Spagna ha finalmente dato l’ok all’invio alla procura estense degli atti di indagine raccolti a Valencia subito dopo il delitto. Una concessione arrivato soltanto dopo il pronunciamento di Eurojust (l’agenzia che coordina le magistrature europee) che, interpellata per risolvere la controversia, ha espresso un parere favorevole al processo su suolo italiano.

Tra le carte attese in via Mentessi ci sono anche i risultati della prima autopsia svolta sul corpo di Cenci. Documenti che contengono elementi decisivi per definire con esattezza la dinamica dell’omicidio. Ora l’inchiesta ferrarese può finalmente decollare, dopo mesi di attesa snervante, inquirenti con le mani legate e una famiglia sconvolta dal dolore e in attesa di giustizia.