Ravenna, 29 giugno 2017 - Pierluigi Randi di Meteoromagna ha assistito attraverso i monitor del suo studio alla tempesta di vento, acqua e grandine che si è abbattuta su Ravenna nel pomeriggio di ieri.
Per Ravenna sono stati 20 minuti d’inferno. Come spiega questo fenomeno? «Il maltempo è partito dalla Toscana, ha varcato l’Appennino e ha trovato su Ravenna le condizioni più favorevoli per scatenare la sua potenza. Su altri territori c’era già stato un primo temporale verso le ore 13, quindi l’aria si era rinfrescata. Su Ravenna questo primo temporale non c’è stato e quindi quando è arrivato il maltempo ha trovato aria calda e umida. Così ha dato il peggio di sé».
Ha fatto più danni la grandine o il vento? «Alla grandine siamo abituati. A certe raffiche di vento, no. Alcune stazioni meteo di Ravenna hanno segnalato raffiche superiori ai 100 km orari. Velocità di questo tipo fanno cadere alberi e provocano danni alle infrastrutture. Sono stati 20 minuti molto intensi».
A cosa è dovuta una così elevata velocità del vento? «La pioggia trascina verso il basso l’aria fredda dando origine a un fenomeno che tecnicamente si chiama downburst (scoppio di vento), vale a dire raffiche di vento in uscita dal temporale. Si paga il gran caldo dei giorni scorsi. In generale le estati sono sempre più calde, quindi si accumula energia che si scarica quando arrivano aria fresca e temporali. Abbiamo fenomeni brevi, ma molto intensi. Come è accaduto ieri pomeriggio. Non possiamo dire che non si siano mai verificati episodi analoghi. Il 29 giugno 1986, esattamenter 31 anni fa, sulla Romagna si abbattè una tempesta molto più violenta di questa con 30/40 centimetri di grandine, raffiche di vento e bombe d’acqua. Ci furono anche due vittime, al confine con il Bolognese».
Quale tempo dobbiamo aspettarci nei prossimi giorni? «Il peggio dovrebbe essere passato. L’area di instabilità si sta allontanando. Torna il sole e ci sarà vento di ‘garbino’ . Tra domani e domenica potrebbe riaffacciarsi un po’ di instabilità con qualche temporale sparso».
