
Bar della Mole in ritardo: "E’ colpa della burocrazia. A giugno? Sarà difficile"
Bar dentro la Mole, sono giorni frenetici per l’avvio dell’avventura firmata Moroder. Ci sono degli ostacoli, tuttavia, che stanno rallentando l’iter.
Marco Moroder, l’assessore alla cultura Anna Maria Bertini ha sollecitato l’apertura dei due bar parlando col Carlino, sostenendo che ci sarebbero dei problemi: come stanno le cose?
"Nessun problema particolare, se non di natura burocratica. Personalmente ho fornito la documentazione richiesta in questi casi ampiamente nei tempi, ora c’è da attendere lo svolgimento delle pratiche. Intanto però il tempo scorre".
Entro giugno pensate di farcela?
"Lo spero, ma non ci credo. Nel bando si parla di autorizzazioni e se i tempi del Suap (Sportello unico delle attività produttive del Comune, ndr) sono quelli da prassi penso arriveremo lunghi. Ecco, l’orizzonte del Suap mi spaventa, ma voglio restare ottimista. Il 19 inizia il cinema del Lazzaretto di Chiara Malerba, la settimana dopo parte la stagione (con La punta della Lingua, ndr) e noi non ci saremo. Questa cosa mi scoccia, ma c’è poco da fare".
In attesa di dipanare lacci e laccioli, lei avrà la gestione dei due bar interni, l’ex MicaMole sulla corte e quello sotto l’Auditorium no?
"Esatto, per l’estate saranno aperti entrambi, d’inverno terremo aperto quello dentro l’Auditorium. Nel bando si chiarisce che una delle due attività deve restare attiva tutto l’anno".
Il costo della concessione è abbastanza relativa, 6mila euro all’anno, ma ci sono parecchi lavori da fare immagino. La durata dell’accordo di concessione consente un buon ammortamento?
"Direi senza dubbio di sì, abbiamo firmato per 5 anni + 5. solo così potremmo rientrare dei costi sostenuti per i lavori, specie per il locale sulla corte del tempietto. Complessivamente stiamo ragionando su lavori per 200mila euro; in uno o due anni non ci saremmo rientrati, su dieci le cose cambiano".
Il Lazzabaretto, che inaugura il 19, è pura concorrenza o è da stimolo per crescere tutti e fungere da accentratori di pubblico?
"La seconda, ne sono pienamente convinto. Così come successo in piazza del Papa, dove abbiamo creato una rete tra gestori dei locali che funziona, la stessa cosa dovrebbe accadere qui alla Mole".
A proposito, quest’anno scade la concessione all’Arci del Lazzabaretto: pensa di partecipare al bando per la nuova assegnazione?
"L’esperienza mi insegna che avere due locali in un singolo contesto è troppo, penso a piazza del Papa, per cui tendenzialmente le dico che no, non sono interessato a prendere parte a quella gara. Poi magari in un anno tante cose possono cambiare certo".
Ci svela il nome del suo progetto della Mole?
"È ancora troppo presto, lo comunicheremo a breve. Una cosa è certa, all’interno una delle due parole ‘Mole’ o ‘Lazzaretto’ ci sarà senz’altro".
Pierfrancesco Curzi