REDAZIONE ANCONA

Riffa di Pasqua, multa di 2mila euro al bar Mirum

I titolari: "Pagheremo quella cifra per due uova e una colomba"

Ancona, il bar Mirum (Foto Antic)

Ancona, 20 marzo 2015 - Avevano organizzato una riffa alla fine della quale in premio vi sarebbero stati: un uovo di Pasqua grande, uno medio e una colomba. Ma il Bar Mirum, all’interno dell’omonimo centro commerciale in zona Baraccola, è stato però multato durante i controlli dei Baschi Verdi della Guardia di Finanza impegnati nelle ispezioni di routine nei vari esercizi commerciali della città e della periferia. I militari hanno capito della riffa una volta notato all’interno del locale un cartellone appeso ad una parete e suddiviso in 90 spazi mentre i numeri venivano acquistati dai clienti di passaggio al prezzo di 2 euro l’uno. L’estrazione si sarebbe poi svolta successivamente.

Tutto ciò ha portato a una multa bella salata di 2.049 euro ai danni dei titolari. Multa che solitamente parte da 1.032 per arrivare fino ad un massimo di 10.329 euro. «La riffa era stata allestita lunedì mattina e nel pomeriggio è arrivata la Finanza – spiega Deborah Sallei, una dei soci dell’impresa famigliare che costituisce il bar –. I biglietti venduti erano stati 27 per un totale di 54 euro. I Finanzieri erano entrati in borghese e, mentre servivo i clienti, avevano scattato alcune foto dopodiché si sono identificati e ci hanno detto che fare la riffa era vietato e quindi hanno proceduto con il verbale per la sanzione».

Benché la riffa sembra essere una cosa innocua, tali lotterie sono per la gran parte da considerarsi ‘fuorilegge’, e questo a seguito di una specifica normativa del 1997. Una sanzione che per il locale è un vero e proprio pugno allo stomaco. «I tempi sono quelli che sono e si lavora un giorno sì e uno no. Non neghiamo affatto che questa sanzione ci mette seriamente in difficoltà». Una riffa che, una volta conclusa, avrebbe poi portato nelle casse, in nero, una cifra «pari a 80 euro se togliamo il valore dei premi che erano stati messi in palio» e che hanno fatto salire la cifra della sanzione.

Lotteria fatta più che altro per ‘animare’ la clientela. La volontà da parte dei titolari sarebbe ora quella di fare ricorso ma le spese ulteriori che andrebbero così ad accollarsi aggiungono ulteriore paura. «Si lavora con grande difficoltà – aggiunge – e i guadagni vanno a finire per lo più in tasse. Pagare sanzioni simili vuol dire non mangiare, e lo dico seriamente». I finanzieri, infine, sarebbero intervenuti a seguito di una segnalazione.