L’incubo Bolkestein, dalle Marche fino a Roma. L’urlo dei balneari in piazza: "Salvate le nostre aziende"

Sono arrivati in 150 a bordo di un pullman per l’ennesima manifestazione. "Non c’è più tempo da perdere, c’è qualche collega che rischia di non aprire"

Manifestazione dei balneari a Roma contro la Bolkestein

Manifestazione dei balneari a Roma contro la Bolkestein

Ancona, 12 aprile 2024 – In più di 150 dalle Marche. Almeno un terzo dalla provincia dorica. Da Numana a Senigallia, passando per Ancona e Falconara. Un pullman pieno di balneari per dar manforte a quella marea – è il caso di dirlo – umana che, ieri, ha mosso verso la Capitale, per poi riversarsi in piazza Santi Apostoli, Roma, per "salvare la balneazione italiana" e chiedere, da subito, una legge che possa tutelare un comparto a rischio per l’applicazione della direttiva Bolkestein.

Non una protesta contro il Governo, come precisato dagli organizzatori, in quanto l’Esecutivo è "amico" e la vertenza dei balneari è stata, peraltro, oggetto di battaglie condivise in campagna elettorale. "Ma vogliamo sollecitarli perché, a 15 mesi dall’insediamento, non abbiamo visto ancora nulla. Nessun atto concreto", ha detto Romano Montagnoli, presidente regionale del Sindacato italiano balneari Confcommercio Marche.

Secondo gli operatori, preoccupati dalla messa a gara delle concessioni in caso di scarsità di spiagge, non c’è più tempo da perdere: "Dobbiamo salvaguardare le nostre aziende. Nell’immediato serve una legge Meloni, che possa abrogare la norma Draghi. Ci aspettiamo un intervento celere. I loro argomenti sono i nostri, il Governo deve tirarci fuori da questo pantano", ha aggiunto Montagnoli, prima di avvertire: "C’è qualche collega che rischia di non aprire e molti Comuni faranno le gare entro il 2024".

E in effetti la deadline del 31 dicembre, già prorogata di un anno, incombe. Ed è proprio il clima di incertezza per la scadenza delle concessioni a fine anno, nonché la prospettiva della messa a bando delle stesse al miglior offerente, come stabilisce la direttiva dell’Unione Europa, che sta mettendo in subbuglio tutto il comparto, da nord a sud dello Stivale.

Un comparto che, nel periodo estivo, è assolutamente trainante per il turismo e, dunque, anche per l’economia italiana. Gli organizzatori non si dicono contrari ai principi europei delle liberalizzazioni, ma vorrebbero che le direttive fossero tarate sulla realtà. In tal senso il presidente nazionale del Sib-Confcommercio Antonio Capacchione le ha cantate chiare sul palco, rivolgendosi, neppure troppo velatamente, ai parlamentari, ai quali ha chiesto di tenere a mente la data del 2 giugno prossimo, Festa della Repubblica, sicché a distanza di pochi giorni (l’8 e il 9) si andrà al voto.

E, guarda caso, anche per le Europee: "La campagna elettorale ve la faremo noi in spiaggia, nei nostri stabilimenti", ha gridato Capacchione dalla piazza. Messaggio chiaro.

Come chiaro è stato il messaggio del funzionario di Confcommercio Marche Centrali, Andrea Curtatoni, che segue da vicino le dinamiche dei balneari assieme al direttore generale Massimiliano Polacco: "Come anticipato dal presidente nazionale non si tratta dell’ultima manifestazione, ma è la prima di una diversa fase di mobilitazione – la sua voce al Carlino di rientro da Roma –. I balneari si porranno in maniera nuova alla politica, chiedendo però interventi più incisivi".

I vertici nazionali hanno incontrato alcuni rappresentanti del Governo il giorno prima della protesta e anche ieri stesso. Ma, come si diceva, le interlocuzioni proseguiranno. E in attesa di notizia, con gli occhi e le orecchie indirizzate verso Bruxelles, cui l’Italia ad inizio gennaio ha consegnato una mappatura delle spiagge. Sul tavolo anche la proposta di estendere il provvedimento dell’Ue a fine 2025.