Ciccioli e la gaffe sui morti dell'alluvione, l’assessorato ora è in bilico

Congelata la nomina, irritato anche il governatore Acquaroli che blocca tutto. Ma lui si difende: "Frasi travisate"

"La mamma del bimbo si è trovata nel posto sbagliato nel momento sbagliato". E’ una delle frasi pronunciate in Consiglio regionale martedì pomeriggio durante il dibattito sull’alluvione del 15 settembre che potrebbe costare cara al capogruppo di Fdi in Regione Carlo Ciccioli. L’esponente del partito di Giorgia Meloni è (era) in procinto di entrare nell’esecutivo guidato da Francesco Acquaroli per prendere il posto del collega Guido Castelli con la delega al Bilancio e anche ai Fondi europei. Una pratica archiviata già il giorno dopo le elezioni politiche di fine settembre. Il suo nome in cima alla lista senze se e senza ma. L’uscita in Consiglio di due giorni fa, però, sembra aver rimescolato le carte. Tutto il centrodestra è in subbuglio, da Roma fino alle Marche.

Carlo Ciccioli
Carlo Ciccioli

L’intervento di Ciccioli non è proprio piaciuto. "Ho ricostruito le vicende delle vittime – ha sostenuto Ciccioli in Aula –. A Casine di Ostra è deceduto un anziano 80enne. I familiari, che abitano al piano di sopra, erano andati a chiamarlo, ma lui aveva risposto che sarebbe rimasto a casa sua e così non è salito. Dopo l’acqua ha esondato in maniera drammatica e l’uomo ha perso la vita. Anche per quanto riguarda la mamma farmacista che purtroppo ha perso il bambino, la donna era uscita insieme a una collega ma poi per motivi diversi si sono divise. Una si è fermata a fare una commissione mentre l’altra si è trovata al momento sbagliato nel posto sbagliato".

"Sono frasi inaccettabili", si mormorava ieri in casa Fdi. E lui? Ciccioli già martedì aveva chiesto scusa. Ieri è tornato sulla vicenda. "Le mie parole sono state fraintese e manipolate. Sono comunque pronto a scusarmi con le famiglie". Una sorta di mea culpa, ma solo in parte. Da un lato si dice dispiaciuto per aver offeso i familiari delle vittime dell’alluvione, dall’altro resta combattivo. I suoi strali contro i social, la stampa e l’opposizione: "I social network creano una tempesta dal nulla – dice Ciccioli –. Ho agito in buona fede, io sono una persona perbene, non è colpa mia se la verità viene travisata. Chiedo ammenda con le comunità alluvionate e con il resto dell’amministrazione regionale". Poi un cambio di rotta: "Non sono per le polemiche, ma per fare cose, a disposizione della squadra. Forse una frase sarà stata infelice perché detta a braccio. Io sono così, non voglio cambiare". "Le scelte sulle nomine – conclude – le fa il presidente Acquaroli. Tra noi c’è grande stima e profonda amicizia. Ero e resto a totale disposizione e vorrei andare oltre qualsiasi polemica".

E il governatore Acquaroli già martedì sera è sembrato alquanto adirato. Ora dovrà scegliere come proseguire e chiudere la partita della nuova giunta. Questione di ore-giorni che saranno molto pesanti. Ieri il presidente, dalla fiera del turismo di Rimini rimarcava come "la nomina dei nuovi assessori è questione di ore, la delega al turismo comunque resta in capo al presidente. Ci sono dei tempi tecnici che vanno rispettati (riferendosi alle dimissioni dei tre che sono andati in Parlamento, ndr), ma ormai ci siamo. Nel fine settimana o al massimo lunedì renderemo noti i nomi dei nuovi assessori". Appunto qualche giorno. Acquaroli deve capire bene come procedere davanti a un’ondata di sdegno che si è levata dopo le parole del suo capogruppo in Consiglio. Ma una cosa sembra certa: un assessore su Ancona non si discute dopo due anni in cui lo stesso presidente ha dovuto provare a seguire il territorio del capoluogo di regione. A questo punto se non sarà Ciccioli spazio a un esterno.