In cuor suo sapeva, da una missione all’altra, che il Ministero almeno per una volta assegnasse la nave di Emergency al porto di Ancona. Roberto Maccaroni, 47 anni, anconetano doc, è il responsabile sanitario della Life Support, l’imbarcazione che l’organizzazione fondata da Gino Strada a cavallo tra i due millenni da quasi due anni opera nel Mediterraneo centrale per salvare vite umane. Nelle 25 missioni precedenti a quella in corso, alla Life Support erano stati assegnati altri porti nazionali. A fine agosto sembrava la volta buona, ma poi un accordo tra Ministero e Comune di Ancona (in quei giorni era in programma la Festa del Mare in città) dirottò la nave di Emergency altrove. Ora, questione di giorni, e la nave biancorossa come i colori sociali della città dorica spunterà dietro il colle Guasco per poi attraccare alla banchina 19: "Non posso dire che non sia un qualcosa di particolare per me _ racconta al Carlino Maccaroni _ visto che in questa città ci sono nato, ci vivo e ci ho lavorato a lungo. Ancona, una città di mare, con una profonda tradizione di accoglienza e ospitalità, concetti che adesso si perpetuano nella sua storia secolare con l’arrivo della nostra nave dopo il salvataggio di naufraghi in attesa di accoglienza. Un porto e una tradizione tutta mediterranea che ho acquisito da un mio interesse per la città, ma anche dalle tante e profonde narrazioni di uno storico come il compianto Alfredo B. Cartocci. Da cittadino mi fa piacere e mi rende orgoglioso sapere che Ancona e la sua gente possano dimostrare al mondo di saper e di voler accogliere persone in difficoltà. Un cerchio che si chiude". Dalla storia all’attualità con l’ennesima e per molti versi criticabile decisione, di inviare una nave che ha salvato migranti alla deriva nel canale di Sicilia in un porto lontano almeno quattro giorni di navigazione: "Siamo alle solite _ aggiunge Maccaroni _, nessuno pensa mai alle conseguenze di tali decisioni. Quattro giorni di navigazione dopo aver recuperato 49 persone a bordo di una barca semi-inclinata e alla deriva in acque Sar (Search and Rescue, ndr.) maltesi, in una situazione di forte stress e di disagio. A bordo c’erano persone ferite, con patologie pregresse, pazienti cronici mai esaminati che hanno bisogno di essere curati in fretta". Roberto Maccaroni ha lavorato come infermiere per 21 anni al pronto soccorso di Torrette, fino a quando, nell’ottobre del 2021 ha deciso di fare il grande passo, ossia passare con Emergency con cui collaborava dal lontano 2010 con una serie di missioni in Paesi molto complessi come Afghanistan, Sierra Leone, Repubblica Centrafricana e così via: "I miei anni al ps di Torrette sono stati una straordinaria esperienza professionale, una scuola fondamentale per affrontare adesso un’esperienza diversa, più complessa sotto il profilo organizzativo" conclude Maccaroni.
Cronaca"Con la nave di Emergency nella mia città: emozioni"