
Il gruppo di «Aria libera» che ieri mattina ha portato le firme in Comune
Depositate a Palazzo del Popolo le 4.196 firme raccolte per la campagna contro l’impianto di cremazione al cimitero di Tavernelle. Ieri mattina una delegazione del comitato ‘Aria Nostra’ si è presentata davanti alla sede comunale per poi accedere all’ufficio protocollo, al piano zero dell’edificio di largo XXIV Maggio, dove un messo ha vidimato la richiesta e fatto ufficialmente partire la seconda fase della petizione cittadina capace di raccogliere un decimo dei voti espressi alle elezioni comunali del 2023. Un risultato straordinario, considerato tutto, su cui sindaco e giunta non potranno fare finta di niente: "Il sindaco e la sua giunta dovranno prendere atto di questa petizione _ ha detto prima di entrare al protocollo Simone Spina, uno dei portavoce del comitato _, in fondo si tratta dell’85% dei votanti del Ctp 4 proprio di Grazie e Tavernelle. Queste non sono solo firme, ma rappresentano anche 4.196 persone che si sono documentate e informate sulla questione e hanno convenuto con noi che sarebbe giusto e consigliabile sospendere l’iter della costruzione di quell’impianto perché è un progetto quanto meno pericoloso". I tempi per intervenire sono sempre più stretti però. L’assessore ai lavori pubblici Stefano Tombolini ha annunciato il via del cantiere il 27 giugno prossimo come da programma. Il pomeriggio del 10 giugno il comitato incontrerà il sindaco a Palazzo del Popolo e poi le parti saranno ospiti (presente anche il professor Floriano Bonifazi) di un dibattito pubblico la sera stessa alla Festa della Primavera alla chiesa del Pozzetto. Un’altra strada per intervenire politicamente è attraverso il consiglio comunale, ma le possibilità per fissare una commissione urgente e portare una mozione in consiglio non sono certe. Della cosa si sta impegnando Francesco Rubini (Altra Idea di Città), l’unico all’epoca della delibera approvata il 18 novembre 2024 a votare contro: "Maggioranza e opposizione hanno la possibilità di dire la loro _ aggiunge Spina _. Forse all’epoca è stata fatta una leggerezza, un errore ci può stare, ma è bene non perseverare perché di mezzo ne va la salute di una fetta di cittadinanza. Siamo fiduciosi di poter fare qualcosa per fermare questo progetto e comunque andremo avanti nella protesta fino a quando il sindaco e la giunta non ci dimostreranno che quanto da noi sostenuto sulle nocività ambientale dell’impianto non è vero. Se vorranno forzare la mano se ne assumeranno la responsabilità".