Da giorni "vive" nell’atrio dell’ospedale

La storia di una 44enne nigeriana che staziona giorno e notte all’Urbani alternando scatti di ira: visitata non risulta avere problemi psichici

Da giorni "vive" nell’atrio dell’ospedale

Da giorni "vive" nell’atrio dell’ospedale

Grida fortissime e improvvise, scatti di rabbia, anche di notte, nell’atrio dell’ospedale Carlo Urbani. Una donna di origini nigeriane dorme e sostanzialmente vive da quattro giorni nell’atrio dell’ospedale dove il personale è stato costretto più volte a chiamare le forze dell’ordine non riuscendo a lavorare serenamente per il disturbo creato alla tranquillità necessaria per il luogo. La donna, 44enne in regola con il permesso di soggiorno, è stata sottoposta anche ad accertamenti sanitari, ma non è stata ritenuta psichiatrica né bisognosa di ricovero. Eppure lei, ben vestita, staziona in ospedale da tempo, prima dell’atrio si era sistemata per sette giorni al pronto soccorso dove pure sono intervenute le forze dell’ordine. Oltre le urla nella sua lingua (ma conosce anche l’italiano) ha preso a pugni il muro e i vetri.

A seguito della valutazione degli psichiatri la donna è stata dimessa: non avrebbe i requisiti necessari alla presa in carico da parte del centro di salute mentale. Per la problematica si sono mossi anche i servizi sociali e l’Asp 9 ma la donna che da 13 anni sarebbe in Italia, avrebbe rifiutato aiuti. Le era stata trovata anche una sistemazione per dormire, visto lo sfratto che avrebbe subito a gennaio da un’abitazione in centro. Prima da un parroco poi in un B&B, una situazione seguita anche dal sindaco e di cui si è parlato in adunanza segreta anche martedì in consiglio comunale. Eppure, nonostante la sistemazione in un alloggio lei che avrebbe perso alcuni mesi fa il lavoro in Vallesina si è allontanata, tornando sempre in ospedale. Prima al pronto soccorso e da quattro giorni nell’atrio.

Non sono mancati momenti di paura quando la donna ha iniziato a gridare da sola nel bagno o contro lo specchio. Mercoledì sera quando la donna si è distesa sulle sedie dell’atrio, togliendosi le scarpe per dormire, sono intervenuti per l’ennesima volta i carabinieri allertati dal personale sanitario. Verificato che non ci fossero pericoli per i presenti hanno lasciato l’ospedale. Ieri mattina è sopraggiunta anche Stefania Mancinelli, direttore medico del presidio ospedaliero per verificare di persona la situazione. Mancinelli con un suo collaboratore è riuscita a farsi seguire dalla donna nel suo studio instaurando un lungo dialogo con lei: "Abbiamo contattato i servizi sociali dell’Asp 9 che per il Comune già seguivano la situazione e hanno dato la loro disponibilità a riprenderla martedì dopo le festività".

Sara Ferreri