
di Niccolò Severini
L’idea fa gola. Sogna il presidente dell’Anconitana Stefano Marconi e di riflesso la città. Sogna il presidente del Matelica Canil di portare il suo ’piccolo’ Matelica in un ’grande’ stadio. Ma con che titolo? Di certo si è parlato ieri di vedere la serie C ad Ancona. Ma tra i sogni e la realtà ci sono di mezzo le leggi e i codici. Per la legge ordinaria una fusione tra due società è perfettamente legale e ognuna porta in dote nella nuova fondata attività, passività e diritti acquisiti: l’Anconitana di giocare al Del Conero e il Matelica di militare in serie C. Ma per il diritto sportivo non è così, anzi, tutto il contrario: una fusione in questi termini è illegale.
Raggiunto al telefono dal Carlino, l’avvocato Mattia Grassani, specializzato in diritto sportivo ed uno dei massimi esponenti della materia in Italia ha confermato questa impossibilità. Per tre motivi. Il primo: nel calcio, a differenza del basket o del volley, non è ammessa la compravendita del titolo sportivo, quindi spostare la franchigia. Il secondo: due squadre si possono fondere solo se affiliate alla stessa federazione e non è così. Questo perché il Matelica è sotto l’egida della Figc, essendo professionistica, mentre l’Anconitana è dilettantistica. Terzo: è consentita solo tra società con sede sociali in Comuni limitrofi. Tutte tre condizioni, dunque, che non si possono verificare. "E’ consentita solamente un’affiliazione tra settori giovanili - spiega l’avvocato Grassani -. Ma non si parla né di fusione né di incorporazione. Può essere una collaborazione con parametri concordati a priori".
Ma c’è una postilla a cui i due presidenti si possono aggrappare e sperare. L’articolo 18 delle modifiche Noif della Figc, al comma 5 paragrafo b recita: "La società deve trasferirsi in Comune confinante, fatti salvi comprovati motivi di eccezionalità per società del settore professionistico". Ecco, ora il nodo è trovare questo caso di eccezionalità, peraltro ancora mai concesso dalla Figc. Perché nulla vieta alle due società di istruire questo tentativo ma difficilmente la federazione potrà avvallare: si potrebbe diventare un precedente pericoloso.
Ma c’è un altro scenario, sicuramente più percorribile. Il Matelica potrà venire a giocare al Del Conero il campionato di serie C 202122 e tentare di il cambio di denominazione, cosa che comunque non può avvenire prima di un anno, perché per le regole Figc il cambio può avvenire dopo due anni di professionismo, e il Matelica al momento ne ha uno solo.
Dalla stagione successiva potrebbe essere inserito nella denominazione societaria il nome dell’Ancona per poi gradualmente far passare in secondo piano (o sparire) quello dei maceratesi. Ma anche qui, le fonti legali, ribadiscono con fermezza che non è concesso formalmente. Diverso, con una contemperazione degli interessi, provare a proporre la questione alla Figc che potrebe accettare gradualmente questa modifica, ma comunque non dovrà essere riscontrato un ’escamotage’ per aggirare il sistema che impedisce, ribadiamo, la fusione tra due società di affiliazioni diverse e di comuni non limitrofi. Le parole magiche nell’attestato Noif della Figc dunque sono ’motivi di eccezionalità’ che le due società stanno cercando. Ci sono due casi solo all’apparenza simili: Venezia e Mestrina decisero per la fusione, dando vita al Venezia Mestre, ma era il 1987, altri tempi e altre regole. Poi c’è quello della Spal che si è fusa con la Giacomense, nel 2013, per ritornare a scalare le categorie italiane. Ma le due squadre erano di due comuni confinanti Ferrara e Masi Torello.