MARINA VERDENELLI
Cronaca

"Green pass, irruzione dei carabinieri in camera Trattatto come un delinquente per errore"

La disavventura dell’architetto Simone Subissati a Milano dopo la segnalazione sbagliata di una presunta quarantena violata: "Mi hanno svegliato di notte in albergo con pugni nella porta e mi hanno portato in caserma per poi accorgersi dell’equivoco"

di Marina Verdenelli

Svegliato dai carabinieri, nel cuore della notte, con i pugni che battevano alla porta della sua camera d’albergo come nelle più cruenti scene di film polizieschi. "Cosa fa qui, lei è in quarantena, si metta la mascherina e ci segua in caserma". Vista l’ora, le 2 e 30, poteva sembrare un brutto sogno invece era tutto vero. A vivere l’incubo, per uno sciocco sbaglio informatico, è stato l’architetto anconetato Simone Subissati, professionista affermato e noto anche fuori dai confini nazionali.

Lo sgradevole episodio si è consumato a Milano, nella notte tra ieri e martedì, in un hotel in zona Sant’Ambrogio. Alla brutta esperienza è seguito lo sfogo su Facebook, per condividere sul social network il suo stato basito davanti a tale irruzione e maleducazione. "Pensavo fosse una goliardata da parte di qualche cliente giovane", ha scritto Subissati. Invece era tutto vero. "Proprio così, era tutto vero e se c’era una persona debole di cuore al posto mio ci lasciava le penne – dice l’architetto al Carlino – perché non è stata una cosa normale fare tutto quello in piena notte, nemmeno fossi un latitante. Perché non fare la verifica di mattina? Mi hanno trattato come un delinquente, svegliarmi in quel modo e poi per uno sbaglio. Ero talmente frastornato che ancora non ricordo bene tutto ma ricordo che hanno fatto difficoltà, con i loro dispositivi, a controllare il mio Green pass. Poi per fortuna ci sono riusciti e ovviamente io ero regolare".

Subissati era arrivato a Milano per lavoro ed era nel pieno del sonno quando alle 2 e 30 ha sentito bussare con forza alla sua camera di albergo. Aprendo la porta con gli occhi ancora mezzi chiusi si è trovato davanti due carabinieri e il portiere, in pigiama, più assonnato di lui. L’Ats, l’azienda tutela salute della Lombardia, aveva mandato una segnalazione alle forze dell’ordine che lui era sottoposto a quarantena e pertanto non si sarebbe dovuto trovate a Milano in albergo. A segnalare la sua presenza all’azienda era stato l’hotel stesso, come prassi, al momento della registrazione. "Quando arrivi viene registrato – spiega Subissati – e l’albergatore passa i dati alla Ats a cui però, non so per quale motivo, risultava che io ero in quarantena. Credo ci sia stato un errore, io ho avuto il Covid esattamente un anno fa e il periodo era proprio lo stesso, ma nel 2021. Non so perché hanno associato la malattia adesso, dopo un anno. Tra l’altro quando ho preso posto in albergo il Green pass mi era stato controllato ed era tutto a posto. Adesso sono anche vaccinato".

A trarre in errore il personale dell’Ats potrebbe essere stata una lettura sbagliata di anno, 2021 letto per 2022. "Non capisco che urgenza c’era di fare tutta quella scena di notte – continua l’architetto – con quell’atteggiamento poi del tutto fuori luogo e di una gravità unica. Quando hanno visto che ero regolare non mi è stato chiesto nemmeno scusa, anzi, mi hanno detto adesso lei chiami l’azienda Ats e dica che il suo Green pass è regolare. Cioè io dovevo chiamare, per un loro sbaglio? Ma ci rendiamo conto? Ora ci rido ma quanto successo è il segno di una società che non sta bene. Non sono una persona facilmente impressionabile ma a me quella notte, trovarmi i carabinieri così, davanti, mi è mancato il respiro. Ho pensato, ma cosa avrò mai fatto per subire tutto questo? Nulla. La scena era proprio quella del ritrovamento di un latitante. Hanno eseguito un protocollo ma non si fa così. Alla fine mi hanno anche augurato buonanotte ma non ho più ripreso sonno ovviamente".