I Kalàscima dal Salento "Il mare è accoglienza"

La band sul palco del festival Adriatico Mediterraneo alla Mole Vanvitelliana tra elettronica e Taranta: "Balliamo l’uguaglianza, cantiamo l’inclusione".

I Kalàscima dal Salento  "Il mare è accoglienza"

I Kalàscima dal Salento "Il mare è accoglienza"

Festival Adriatico Mediterraneo: dopo Ginevra Di Marco, sul palco della Mole stasera è la volta della band Kalàscima. Quella di oggi sarà una serata fra elettronica e tradizione, con folk e tarantismo. Atmosfere coinvolgenti e contaminate dal sapore salentino, inglese e griko che tracciano ponti tra il sud d’Italia e il resto del mondo. Il gruppo è composto da 6 elementi "ma il frontman non esiste – spiega Laganà – Siamo dei performer e amiamo il canto polivocale".

Federico, che significa Kalàscima?

"È una parola composta usando due termini in griko, un dialetto antico salentino. In griko, ‘kalos’ significa bello, buono (con accezione positiva), mentre ‘ascimun’ è il brutto, il negativo, il cupo. Insomma, lo yin e lo yang, il bene e il male".

E AdMed?

"È la prima volta, ma ne avevamo già sentito parlare. Ad Ancona siamo passati e spero che questa sia l’occasione per entrare in profondità nella città".

Mi racconti del vostro mare, che è anche il nostro: quello di AdMed…

"Ah, il mare, un elemento fondamentale, da cui siamo condizionati. La popolazione vive in simbiosi col mare e i salentini sono un popolo di pescatori. Le faccio un esempio".

Prego…

"Se c’è una giornata di scirocco, noi viviamo per il 95% di umidità, respiriamo il mare e lo mettiamo in musica. Nel disco precedente, c’è un brano che si chiama ‘Due mari’, perché a Santa Maria di Leuca si incontrano lo Ionio e l’Adriatico. E sa cos’è bello? Il fatto che non abbiamo scampo dal mare. Se ci pensa, non possiamo scappare, c’è mare ovunque e abbiamo deciso di impreziosire il brano con una collaborazione del maestro Ludovico Einaudi".

E poi?

"Poi, c’è ‘Mediterraneo express’, che buca i confini senza problemi, oggi il modo di attraversare confini è affrontare il Mediterraneo. Nel brano, parliamo dei suoni che superano il confine e che ci fanno rinascere".

Persone oltreché suoni…

"Persone che dal mare arrivano non per ferire, ma per rinascere. È importante dire basta alla discriminazione: noi ci riconosciamo in chi che arriva, non dobbiamo creare distanze. Noi siamo l’al di là del mare: il Libano, la Grecia, il Marocco. La nostra Italia è crocevia di culture e popoli, siamo sempre stati una terra dell’accoglienza. Balliamo l’uguaglianza, cantiamo l’inclusione".

Nicolò Moricci