"Al primo turno avevamo fatto un’impresa, oggi abbiamo fatto la storia". Il primo abbraccio alla moglie Manola. A ruota a Stefano Benvenuti Gostoli, onorevole anconetano di Fratelli d’Italia, e Daniele Berardinelli, consigliere uscente di Forza Italia. Poi il nuovo sindaco descrive le prime sensazioni con il suo centrodestra che per la prima volta ha conquistato Ancona: "C’è tantissima emozione, ce lo siamo meritati – dice in apertura parlando sempre al plurale – Questa è una grande giornata per Ancona e per gli anconetani". Alla domanda sulle dediche cita "la famiglia, moglie e le mie figlie sempre pazienti, i miei genitori che mi hanno dato una forza enorme". Quindi pensa alla squadra, la coccola e la gratifica: "Gli amici, i partiti, le liste. Sento forte il calore del popolo anconetano. Questo è un risultato storico". L’avvocato 49enne insiste sul percorso fatto: "Ci abbiamo sempre creduto, facendo una campagna elettorale corretta, impostata per far passare messaggi trasversali e positivi. Che, badate bene, non sono solo del centrodestra, ma superano i confini degli steccati ideologici. Abbiamo parlato di temi, che appartengono a tutta la città, non solo a certa parte politica. Adesso la città potrà crescere e lo farà ancora tanto". Silvetti sapeva che la corsa al ballottaggio sarebbe stata serratissima contro la candidata del centrosinistra Ida Simonella, ma a proposito sostiene che "il nostro atteggiamento non è mai cambiato. Sono stati cinque mesi pazzeschi, tutti hanno dato tantissimo. Un lavoro lungo e intenso che viene premiato e sono orgoglioso che partiti e movimenti civici abbiano scelto che facessi da federatore di questo progetto per fare grande Ancona. E poi i giovani, che hanno scelto di sostenerci dando un impulso decisivo alla vittoria". Quando incalzato sui contatti intercorsi con l’ormai ex assessore della Giunta mancinelliana, Simonella, il primo cittadino eletto non ha dubbi: "Devo ringraziarla. Ha saputo tirare fuori il meglio di me". Gioia sì, ma i prossimi saranno giorni di duro lavoro: "Dovremo fare una pronta e veloce ricognizione della macchina comunale, perché da 70 anni non abbiamo mai governato la città e dobbiamo conoscerne ogni singolo aspetto". Le altre parole significative arriveranno a distanza di alcuni minuti e, Silvetti, le riserverà ai suoi dentro l’ex sala del Consiglio: "Dovremo essere bravi a condividere e far partecipare tutti alla vita amministrativa. Dovremo uscire da questo palazzo, fuori dagli uffici. Perché le scelte si fanno dentro, ma vanno concertate all’esterno con gli anconetani. Dal centro fino ai borghi, ci piace chiamarli così. Ancona non ha avuto paura di cambiare". La chiusura è dedicata all’Esecutivo che verrà. "Lo comunicheremo nei prossimi giorni. Ci saranno figure tecniche e politiche, ma soprattutto massimo coinvolgimento per fare una squadra competente e competitiva. Da cosa vorrei partire come sindaco? La soglia di povertà di questa città è spaventosamente schizzata. Adesso festeggiamo – fa ancora ai suoi – senza perdere la compostezza che ci caratterizza. E siate tutti consapevoli che al primo turno avevamo fatto un’impresa. Oggi al ballottaggio, invece, abbiamo scritto la storia".
Giacomo Giampieri