Attacco del presidente del Consiglio comunale al comitato referendario costituitosi per fermare lo spostamento della fontana dei leoni in piazza della Repubblica e ad un suo componente Andrea Pieralisi? Lui Daniele Massaccesi non solo non si dimette come chiedeva Pieralisi ma chiede all’imprenditore anche di "rivedere o contribuire a rivedere decisioni come quella recentemente adottata, che vanno invece in controtendenza come la chiusura dell’hotel Federico II (gestito dal cugino di Andrea, Gabriele Pieralisi, ndr)". Una velata critica alla gestione delle aziende della famiglia Pieralisi dopo la morte del fondatore Gennaro che era insita anche nelle parole pronunciate nei giorni scorsi dal sindaco Massimo Bacci che si è detto preoccupato per -"il futuro di tutta la galassia Pieralisi, dopo la scomparsa dell’ing Gennaro Pieralisi e dell’occupazione sul territorio".
"Proprio a difesa delle istituzioni, di cui mi onoro di far parte, nell’interesse di una coerenza e di una serietà che la città merita e di un istituto importante come il "referendum" – rimarca Massaccesi - ho chiarito come non si possa "giocare" o "usare" uno strumento democratico. E ho criticato chi, rinnegando proprio posizioni personali pubblicamente esposte e diametralmente opposte a quelle che oggi invece propugna con la proposta di referendum, inficia il lavoro e l’impegno di un intero comitato promotore a cui va il mio rispetto e la mia considerazione". Massaccesi dice di non aver nulla di personale contro Andrea Pieralisi e lo invita " come imprenditore e come esponente di una famiglia importante di Jesi a lavorare insieme proficuamente in più settori, a favore della comunità intera e contribuire, ad esempio, alla strategia turistica del territorio con iniziative importanti".