
Una delle due sale del centro Pergoli gremita di persone ieri pomeriggio
"Se sarà pronto a giugno 2026? Assolutamente sì. È una data da traguardare perché ci sono coinvolti anche i fondi del Pnrr e siamo molto preparati e attenti a quelli che saranno gli sviluppi organizzativi e di realizzazione dell’opera". Parole del direttore del Dipartimento di qualità e sicurezza della Renco Enzo Raho sui tempi di costruzione dell’impianto per la produzione, lo stoccaggio e la distribuzione di idrogeno verde, alimentato da energia solare nell’area dell’ex Montedison. Un sito industriale dismesso da decenni, nel quale l’Opificio Idrogeno Marche, la società di scopo subentrata al raggruppamento formato dal Gruppo Pollarini (proprietario del terreno) e dalla Renco (azienda attiva nel settore dell’energia), realizzerà la centrale. Raho, assieme al project manager di Renco Francesco Mattioli, è intervenuto ieri pomeriggio in un gremito Centro Pergoli, grazie all’iniziativa promossa da Legambiente Marche. Convegno cui hanno preso parte anche i vertici dell’associazione ambientalista (Marco Ciarulli, presidente regionale, e Marina Galeassi, presidente del Circolo Martin Pescatore), il professor Paolo Principi (Univpm), le autorità (il sindaco Stefania Signorini con gli assessori Marco Giacanella, Ilenia Orologio e Elisa Penna, nonché consiglieri di minoranza e maggioranza). Protagonisti, soprattutto, i tanti cittadini. "Il nostro scopo è fornire una corretta informazione sulla transizione ecologica – ha detto Ciarulli – perché avrà bisogno di tanti contributi per decarbonizzare i sistemi produttivi". Primo feedback positivo: "L’idrogeno verde giocherà, in tal senso, un ruolo e abbiamo ritenuto necessario l’approfondimento per fornire informazioni sulle tecnologie impiegate, quali possibilità e quali direzioni dovremo prendere come comunità in un percorso partecipato". Raho, inoltre, ha sottolineato l’importanza di "intervenire in un’area dismessa da tempo, con un intervento in linea con le nostre strategie di sostenibilità". E ancora: "Andremo a creare qualcosa di sicuro interesse e che stimolerà il territorio. L’impianto sarà innovativo. Ci abbiamo creduto molto, ottenendo tutte le autorizzazioni". Dai dettagli filtrati dopo la Commissione della scorsa settimana, l’impianto sarà alimentato da un sistema fotovoltaico da 7,8 megawatt situato a 1,9 chilometri di distanza e produrrà inizialmente 200 tonnellate di idrogeno verde all’anno. Il progetto ha ottenuto un finanziamento di 16,4 milioni di euro: 12,9 milioni dal bando regionale per le Hydrogen Valley e 3,5 milioni dal Mit per la realizzazione di una stazione di rifornimento a idrogeno rinnovabile destinata al trasporto stradale. Nella parte sud inizierà in autunno l’intervento di phytocapping, già approvato dal Mase, per un valore di circa 600mila euro.