Alluvione, Senigallia rivive l’incubo e si risveglia sommersa

Il sindaco: "Non abbiamo avuto nessuna allerta, evento inaspettato". Distrutte le paratie di ponte Garibaldi, danni a molti locali in centro

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La spiaggia di velluto si è svegliata in uno scenario spettrale: a otto anni dall’alluvione del 3 maggio 2014, Senigallia rivive a pieno l’incubo. L’odore del fango si avvertiva in tutta la città svegliata dalle sirene di Vigili del Fuoco e ambulanze. Gli elicotteri hanno sorvolato il territorio per tutta la giornata. Interi quartieri sott’acqua e senza luce, strade deserte e poche auto in strada grazie all’allarme emanato tempestivamente dagli amministratori che, via social, hanno informato passo dopo passo i cittadini. Una cronistoria che per tanti, aveva tutto l’aspetto di una tragedia annunciata. "Non abbiamo avuto alcuna allerta – spiega Massimo Olivetti, sindaco di Senigallia – sono state allertato da una telefonata che a Serra de’ Conti, poco dopo le 19, la situazione era già critica ed ho subito aperto il Coc e ci siamo subito adoperati per allertare la popolazione nelle zone critiche, invitandola a mettersi al sicuro ai piani alti e a spostare le vetture. È stato un evento del tutto inaspettato, l’acqua è entrata anche in alcune scuole del Campus dove fortunatamente i danni sono limitati, speriamo di tornare alla normalità già da lunedì". Lo scenario a meno di ventiquattrore dall’esondazione del Misa è tutt’altro che normale: fiumi di fango hanno invaso alcuni quartieri dove residenti e esercenti, armati di pale e stivali, stanno cercando di ripulire e salvare il salvabile. Questa volta l’acqua non ha risparmiato il centro storico, così come una porzione di lungomare e interi quartieri tra cui l’ex piano Regolatore, già messo in ginocchio dall’alluvione del 2014. Tra gli alluvionati c’è rabbia per i mancati interventi di questi anni, la pulizia del fiume non è stata sufficiente senza la rimozione dei residui che è stata trascinata dalla piena e con violenza si è scontrata sulle paratie di ponte Garibaldi abbattendole. "Il ponte è inagibile e dovremo intervenire, intanto lavoriamo per riportare la normalità tra i nostri concittadini" - ha concluso Olivetti. Le arterie di collegamento alla spaggia di velluto hanno riaperto nella tarda mattinata, così come l’A14 dove fino alle 15 il transito era aperto solo alle auto che procedevano in direzione sud. Venti centimetri di fango hanno ricoperto i sanpietrini del corso e di piazza Simoncelli, così come quelli di via Cavour, mentre una coltre di fango ricopre via Portici Ercolani e via Perilli. L’acqua ha lasciato spazio al fango anche in corso Matteotti, viale Anita Garibaldi, via Venezia, via Mercantini, parte del viale IV Novembre, via Capanna, ma anche lungo lo stradone Misa, via Adige, via Metauro, le vie che circondano il parco della Pace e un tratto di via Verdi. A fare la conta dei danni sono gli esercenti del centro storico, ma anche quelli del lungomare dove tra i locali danneggiati c’è anche il ristorante dello chef stellato Mauro Uliassi. Distrutto anche lo stabilimento balneare ‘ScaloZero Village’ e il ristorante ‘La Tartana’. Tantissimi i seminterrati allagati in tutta la città.

Silvia Santarelli