"La coppia non deve chiudersi"

Amanda Sandrelli protagonista di "Vicini di casa" che andrà in scena alle Muse da giovedì a domenica

"La coppia non deve chiudersi"

"La coppia non deve chiudersi"

Dopo il grande successo riscosso in Spagna, approda per la prima volta in Italia ‘Vicini di casa’, adattamento della piece ‘Los vecinos de arriba di Cesc Gay’. Una commedia, libera e provocatoria, che indaga con divertita leggerezza inibizioni e ipocrisie del nostro tempo. Protagonisti sono Amanda Sandrelli, Gigio Alberti, Alessandra Acciai e Alberto Giusta, in scena da giovedì a sabato (ore 20.45, info e biglietti 071 52525, biglietteria@teatrodellemuse.org e www.vivaticket.com.) e domenica (ore 16.30) al Teatro delle Muse di Ancona.

Un quartetto affiatato e irresistibile, che invita lo spettatore a riflettere su pregiudizi e tabù e, soprattutto, a chiedersi: faccio l’amore abbastanza spesso?

Sandrelli, l’approccio dello spettacolo è ‘sociologico’, incentrato su come certe cose sono cambiate negli ultimi anni, o più ‘universale’ e atemporale?

"No, la commedia non vuole descrivere i cambiamenti che ci possono essere stati nel corso degli ultimi tempi, ma solo l’incontro e il confronto tra due coppie diverse. Una, quella formata da Anna, il mio personaggio, e Giulio, pur essendo moderna, liberale e di sinistra, fa fatica a parlare di certe cose che ancora oggi tendono a imbarazzare. L’altra invece parla, come se fosse una cosa del tutto normale, di argomenti come il sesso di gruppo".

Cosa vuole dirci l’autore, secondo lei?

"E’ una commedia che ha lo scopo di far ridere, non è Bergman, ma se un messaggio c’è è questo: la chiusura non paga. E’ soprattutto mio marito, Giulio, uno che avrebbe voluto fare il musicista ma si è dovuto accontentare dell’insegnamento, che si chiude. E’ Anna, stanca della situazione con il marito, che invita i vicini ‘trasgressivi’, forse perché inconsciamente vuole che accada qualcosa. Vuole ‘smuovere’ qualcosa. Alla fine smuove anche troppo".

I vicini fanno un po’ da ‘psicanalisti’ a voi due?

"Sì, in effetti la vicina è proprio una psicanalista, che in un momento nel quale esplode un conflitto tra me e mio marito si offre di darci una mano. Nella seconda parte si arriva quasi a una terapia".

Il tempo e l’abitudine sono la tomba dell’amore?

"Beh, la tendenza è quella. Non ho mai sentito di un rapporto diventato fantastico sessualmente con il passare del tempo. Io ho avuto una relazione durata diciotto anni. E’ stato un rapporto sempre vivo. Non potrei viverne uno dove non ci si sfiora. La sfera della sessualità, che significa anche erotismo, è molto importante. Se in una coppia il sesso muore non ci si perdona. Purtroppo non esistono le famiglie del Mulino Bianco. E la convivenza è necessaria, soprattutto se ci sono dei figli. Io oggi sono diventata più saggia, ma la mia natura non è cambiata".

Si dice sempre che non bisogna rinunciare ai propri sogni, che con impegno e perseveranza si raggiunge qualsiasi obiettivo. Il personaggio di Giulio è uno che ha rinunciato.

"E’ un musicista che non è riuscito a realizzarsi, e per questo colpevolizza chi ha al suo fianco. E’ una reazione molto diffusa, forse inevitabile. Ma bisogna capire che il problema è tuo, non di chi ti sta vicino. Si può essere più felici se si cerca di far combaciare quello che si è con quello che si vorrebbe essere. Ma non è vero che con la perseveranza si ottiene tutto. Nella vita ci sono molte variabili, compresa la fortuna. E poi c’è il talento, che di per sé non è un merito. Non tutti possono averlo. Tutti invece hanno il diritto di vivere una vita almeno decente".

Raimondo Montesi