REDAZIONE ANCONA

La lezione di Antonio Gramsci e la schiera di indifferenti

Riflettere su indifferenza e partecipazione: Antonio Gramsci aveva un tipo di pensiero decisamente diverso da uno ‘qualsiasi’ di oggi: utilizzava termini come partigianeria. Solo pensando alla sua figura, la prima cosa che mi viene in mente sentendo questa parola sono, ovviamente, i partigiani. Peccato che non voglia dire quello, ma più qualcosa come "prender parte a uno schieramento".

In questo senso potrebbe sembrare che siamo tutti partigiani. Se non fosse che esistono gli indifferenti, o per capirci meglio, i "grill man", "uomini griglia", a causa di uno stereotipo americano che li definisce tutti come uomini in canottiera e berretto rosso che cucinano alla griglia e fanno i barbecue. Il punto qual è? E’ che non dovrebbero esistere, proprio come dice Gramsci nella frase "l’indifferenza è il peso morto della storia". Che vuol dire? Che è proprio a causa di chi non si interessa a quello che succede, che nelle vicende orribili come il Fascismo, vengono prolungati gli errori, perché un conto è combattere uniti e in tanti, un conto è farlo divisi e in pochi o addirittura da soli. Come si può pretendere di fare la differenza se non si sa neanche cosa accade intorno a noi e con chi mettersi, o peggio ancora, come possono pretendere pace e giustizia senza prima combattere? Lo so, può sembrare stupido lottare per la pace ma è ancor più stupido non fare niente e sperare che prima o poi le cose cambino da sole. Se non facciamo niente, che senso ha stare al mondo? Per chi crede, non pensate che se avessimo potuto non fare niente, Dio non ci avrebbe presi direttamente in Paradiso? Ma se siamo qui, sarà perché abbiamo una missione, un qualcosa da fare, no? E per chi non crede, invece, se compriamo una bottiglia d’acqua, la beviamo, no? Potremmo anche darla ai poveri e altro, ma comunque la beviamo, ma allora perché molti non fanno niente delle loro vite? Perché non bevete quella bottiglia? E poi usano la scusa "Eh, ma potrò fare quel che voglio, no?" E’ quasi come legalizzare l’omicidio, non puoi farlo: non puoi farlo perché sennò sei complice della crudeltà del mondo. Detto questo, penso che oggi le frasi di Gramsci avrebbero un certo peso, ma penso che più che odiarli, dovremmo amarli, perché altrimenti ci sarebbe il rischio di fare peggio.

Iacopo Paccamicci IIIC