GIACOMO GIAMPIERI
Cronaca

La sentenza: "Una sola donna in giunta". Ma vince il governatore

Il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso contro il mancato equilibrio di genere. Il Pd però non si arrende: "Soltanto cavilli e tecnicismi, la battaglia continua".

La sentenza: "Una sola donna in giunta". Ma vince il governatore

La sentenza: "Una sola donna in giunta". Ma vince il governatore

Una donna più sei uomini nella prima Giunta Acquaroli. Allora scoppiò il caso, soprattutto a sinistra dove veniva denunciato "il mancato rispetto delle quote di genere". Dopo un lungo iter giudiziario, il Consiglio di Stato ha dichiarato improcedibile il ricorso in appello presentato dall’ex consigliera di parità Paola Petrucci, cui si accodarono molti big, come l’ex magistrato e presidente di Regione Vito D’Ambrosio o il candidato governatore nel 2020 con Dipende Da Noi Roberto Mancini, fino al Pd, ad adiuvandum, trainato dalla consigliera regionale – e prim’ancora assessore uscente dell’esecutivo Ceriscioli – Manuela Bora.

Le motivazioni della sentenza del 19 dicembre 2023 sono state rese note ieri, dopo una precedente decisione (23 giugno 2021) del Tar Marche, comunque favorevole al centrodestra. Di lì la scelta di 62 firmatari di portare la vicenda sui banchi del Consiglio di Stato, contestando al presidente Francesco Acquaroli i decreti di nomina degli assessori, nelle persone di Stefano Aguzzi, Francesco Baldelli, Filippo Saltamartini (i tre sono ancora in carica, ndr), Mirco Carloni, Guido Castelli e Giorgia Latini (nel frattempo eletti in Parlamento), e non accettando lo schieramento di una sola donna nella squadra. La sentenza ha respinto il ricorso. Ma Petrucci e gli altri hanno proceduto in appello, chiedendo che fosse garantita un’adeguata rappresentanza femminile. A quel punto la Regione si è costituita in resistenza, eccependo l’improcedibilità "per sopravvenuto difetto di interesse" e "per l’infondatezza nel merito". È intervenuto ad adiuvandum il Pd. Intanto, però, a settembre 2022 cambiava la Giunta e i successivi atti di nomina (Chiara Biondi che ha sostituito Latini, Goffredo Brandoni e Andrea Maria Antonini al posto di Castelli e Carloni) non sono stati impugnati. E così, per il Consiglio, si è determinato "il sopravvenuto difetto di interesse al ricorso per il mutamento di composizione della Giunta, che rimarrebbe inalterata anche nell’ipotesi di accoglimento del ricorso". Eccezione della Regione Marche reputata "fondata" e "ricorso in appello improcedibile", con "conseguente preclusione alla disamina del merito". Bora non ci sta e annuncia: "Solo un cavillo salva Acquaroli, per ora. Ma continueremo a dare battaglia". La sentenza "non affronta la sostanza della questione, ovvero la legittimità o meno della presenza di una sola donna nella Giunta regionale". Dura anche l’ex consigliera di parità Paola Petrucci, per la quale "la Regione Marche si dimostra ancora una volta un territorio in cui i diritti regrediscono". Per la stessa, "la cultura patriarcale continua a penalizzare le donne che non trovano posto nei luoghi in cui si dovrebbe decidere".