
Ancona, 21 dicembre 2022 - Quante volte è capitato che in seguito ad un successo sportivo spuntino fuori "fantomatici" parenti del campione, che rivendicano antenati comuni? La risposta è spesso, per non dire quasi sempre. Eppure stavolta siamo in presenza di un rapporto familiare non proprio "banale", anzi incredibile: quello che lega il cuprense Alfio Ilari, che di professione fa il meccanico ed è un grande appassionato di calcio, e Lionel Andrés Messi Cuccittini, per tutti Leo Messi, fresco campione del mondo con la Nazionale argentina e per il quale evitiamo serenamente ulteriori presentazioni perché non ne ha certo bisogno.
In passato, e "per merito" di un lontano parente della mamma, si era appreso come il "dieci" più iconico degli ultimi vent’anni del pallone (e forse più in generale dello sport) avesse radici nella città di Leopardi, Recanati. Ora invece bisogna spostare il focus di alcuni chilometri e sconfinare nella provincia di Ancona. Perché le origini di Leo sono aggrappate anche a Cupramontana, una terra di vini pregiati.
La spiegazione la offre Alfio Ilari, che come Messi in campo, seppure lui fuori, avrebbe dribblato con grande pacatezza e col sorriso simili domande dei cronisti. Ma c’è un dato di fatto: vuoi o non vuoi, fronde, rami e radici dell’albero genealogico s’intrecciano eccome. "Anche se alla lontana. Molto alla lontana", se la ride Alfio Ilari, quando viene sentito telefonicamente dal Carlino. "Mio nonna, nata nel 1898, era una Messi di cognome. Ed è stata la sorella del bisnonno di Lionel – aggiunge – Come tanti tentarono la fortuna in Argentina, emigrando. Dunque il nostro grado di parentela risale ad almeno quattro generazioni fa. Basti pensare che Leo e mio figlio Martino sono pressoché coetanei".
E in pratica sarebbero "cugini", ma ci limitiamo ai racconti di Alfio onde evitare scivoloni sui rapporti parentali. "Fintanto è rimasto in vita mio padre Augusto – continua Ilari – purtroppo scomparso una ventina di giorni fa, siamo riusciti a mantenere i contatti con l’Argentina. Lui aveva lettere e comunicazioni che si scambiavano via posta, anche antichissime. Probabilmente aveva pure qualche foto del giovanissimo Leo, che di lì a qualche tempo sarebbe diventato quello che è oggi: un talento puro, un campione in grado di vincere qualsiasi titolo compreso l’ultimo che corona una carriera meravigliosa. Ora invece sarà molto più complesso parlare con i nostri parenti argentini, sarà difficile sentirci in futuro", riflette.
E via con altre richieste di risposte alla nostra sete di curiosità: "Ma Alfio, ha mai parlato con Messi?". "No, mai. Anche se i suoi parenti ci hanno invitato più volte da loro e ancora non siamo riusciti ad andarci". "Però – insistiamo noi – non dica di non aver provato soddisfazione quando ha visto la Pulce alzare al cielo la coppa più prestigiosa che ci sia...". "È normale – spiega lui – Chi ama il calcio, ama Messi. Per questo siamo stati contenti per la ‘vitoria mundial’ dell’Argentina, a maggior ragione dopo un campionato del mondo (il secondo consecutivo, ahinoi) senza l’Italia, e viste le nostre remote origini comuni". Remote, vero. Ma ugualmente "nobili" e importanti, visto il blasone di Leo Messi. Che, a meno di clamorosi colpi di scena, non avrebbe programmato le prossime vacanze a Cupramontana post Mondiali. "Ma se dovesse passare saremmo ben lieti di ospitarlo a casa", la chiusura divertita di Alfio Ilari.