RAIMONDO MONTESI
Cronaca

L’Intelligenza artificiale tra utilità e minaccia: salvaguardiamo noi stessi

Intelligenza artificiale... solo sentendola nominare tutti noi pensiamo a qualcosa di incredibilmente efficiente, preciso in maniera maniacale, ma molte persone,...

Il punto di contatto

Il punto di contatto

Intelligenza artificiale... solo sentendola nominare tutti noi pensiamo a qualcosa di incredibilmente efficiente, preciso in maniera maniacale, ma molte persone, almeno coloro che sono dotate di buon senso, si interrogano sui possibili risvolti che il mondo potrebbe prendere con un utilizzo spropositato di queste nuove tecnologie. Basti pensare ad una Chatbot, il robot che chiacchera, la popolarissima ChatGPT, che conta milioni di utenti in tutto il globo. Molti sono studenti che la contemplano come una rapida scorciatoia per svolgere i compiti a casa, cercando di completarli con pochi click, riducendo lo sforzo, ma anche e in maniera notevole, il pensiero critico, la personalità che ognuno di noi impiega nei ragionamenti. Di fronte a compiti, soprattutto quelli più meccanici, lo studente che si crede furbo utilizzerà ChatGPT per risolvere calcoli e problemi e ugualmente per scrivere temi e poche persone si accorgeranno della differenza. Le conseguenze di questo utilizzo minano, purtroppo, le capacità di ragionamento, di dialogo e di problem solving: lo stesso quoziente intellettivo è precipitato, questo perché la maggior parte degli adolescenti non ha la maturità di comprendere che occorre sempre la capacità di ragionamento per dar significato a quello che si fa. L’IA al giorno d’oggi minaccia i lavori legati al digitale e alla produzione artistica, come il giornalista o il copywriter, ma, fortunatamente, i testi generati con chatbot sono piatti, privi di sfumature e di pensiero analitico ed è qui che deve entrare in gioco l’abilità del giornalista di sfruttare a proprio vantaggio e saper utilizzare questo strumento in modo da stare sempre un passo avanti alla sua minaccia. L’obiettivo è quello di salvaguardare la bellezza del testo "umano", magari con qualche errore ma vivo e sentito da colui che lo produce.

Dovremo quindi affrontare la sfida di far entrare nelle nostre vite questa nuova tecnologia, senza dimenticare però di salvaguardare noi stessi. In conclusione, non si può non citare una frase che mi ha colpito in maniera particolare e che riassume a pieno ciò che questo articolo vuole trasmettere: "l’intelligenza artificiale riduce le differenze tra un mediocre e un bravo, ma le differenze con l’eccellenza perdurano". Noi ragazzi abbiamo il dovere di scegliere non la strada più breve e semplice, ma il percorso più accidentato e, al contempo, veramente formativo.

Costanza Mattioli Pasqualini, classe III A scuola media Conero Ancona