
Ha 19 anni, arriva da Ancona e venerdì sarà alla cerimonia del prestigioso istituto militare di Modena "E’ un impegno totale alla patria, alle istituzioni e verso i cittadini. Sogno di lavorare in un’ambasciata".
Ha 19 anni, si chiama Lorenzo Falcucci, arriva da Ancona e venerdì sarà tra i 224 allievi ufficiali della prestigiosa Accademia Militare di Modena che presteranno giuramento di fedeltà alla Repubblica Italiana, nel cortile d’onore di Palazzo Ducale. Un futuro militare dell’Esercito, del 206esimo corso "Dignità" dove è entrato a settembre ed è al primo anno. Nato a Catania risiede con la sua famiglia nel capoluogo dorico che ha lasciato per inseguire il suo sogno, quello di poter lavorare un domani nelle ambasciate. Ad Ancona è legato al Passetto e a Portonovo, luoghi che frequenta spesso quando torna in licenza.
Lorenzo, perché ha deciso di entrare in accademia?
"Volevo fare una esperienza che mi portasse ad essere indipendente dalla mia famiglia. Il mondo militare mi ha sempre incuriosito e affascinato così all’età di 15 anni, quando facevo il terzo superiore del liceo scientifico, sono entrato nella scuola militare navale Morosini a Venezia dove ho avuto modo di vedere diversi atenei civili e militari. Lì è maturata l’idea. Dopo il diploma ho fatto il concorso per l’accademia. Mi ispirava quello che potevo fare un giorno in questo mondo. Mio padre è un ufficiale dell’Arma dei carabinieri ma lui non ha mai influito nella mia decisione, non mi ha spinto a seguire la sua strada, mi ha sempre lasciato libero di seguire le mie passioni quindi è stata una decisione mia. Quando l’ho presa i miei genitori sono rimasti anche sorpresi".
Com’è la vita in accademia? "Il periodo iniziale è stato tosto ma mi ha permesso di mettermi in gioco, con continue sfide personali ma anche tante soddisfazioni. L’accademia non è solo una scuola, io studio Giurisprudenza, ma anche seconda famiglia. C’è l’aspetto umano delle persone che vivono con me e faticano con me poi ho persone molto preparate che ci insegnano tutto".
Com’è la sua giornata tipo? "La sveglia è alle 6.45 a cui seguono le pratiche mattinali che sono farsi la barba, sistemare la stanza, vestirsi. Poi passano i superiori a controllare. Segue la cerimonia dell’alzabandiera, la cerimonia più importante, ci si raduna nel cortile d’onore e si canta l’inno d’Italia. La giornata prosegue con le lezioni di studio alternate a quelle sportive di pugilato, combattimento militare e altre discipline sportive. Il fatto che si possa fare molto sport mi piace molto perché mens sana in corpore sano". L’aspetto più duro che ha dovuto affrontare?
"Quello di cercare con umiltà di porsi di nuovo in gioco, immergersi al fine di apprendere il massimo dalla nuova esperienza, mantenersi costante e migliorarsi sempre per raggiungere gli obiettivi richiesti".
Come vede il suo futuro?
"Sono entrato con il concorso per il corpo di Commissariato dell’Esercito che si occupa della gestione amministrativa dell’Esercito. La mia aspirazione massima è studiare le lingue per finire a lavorare in contesti multinazionali come all’interno delle ambasciate o nelle direzioni di intendenza delle Brigate o alti comandi dell’Esercito".
Anche in zone di guerra?
"Sì, mi piacerebbe dare una mano dove ce n’è più bisogno".
Cosa significa per lei il giuramento che farà?
"Sancisce un impegno totale alla patria, alle istituzioni e verso i cittadini. Giurare vuol dire fare un patto per il bene della nazione".