
Si chiude ‘Kammeroper alla Mole’ la ‘mini’ stagione lirica a cura della Fondazione Teatro delle Muse di Ancona. ‘Mini’ nella quantità, ma massima nella qualità, grazie al talento e all’esperienza del Maestro Vincenzo De Vivo nello scegliere interpreti azzeccati per i cartelloni a lui affidati. E’ stato così per l’intermezzo buffo napoletano di Cimarosa ‘Il Maestro di Cappella’ e per l’operetta parigina ‘Pépito’ di Offenbach. Facile prevedere che sarà così anche stasera (ore 21, sempre) nella corte della Mole Vanvitelliana con la serenata teatrale settecentesca ‘Marc’Antonio e Cleopatra’ di Johann Adolf Hasse. L’opera barocca è stata scritta a Napoli nel 1725 per le voci delle ‘star’, il contralto Vittoria Tesi e il castrato Farinelli, che interpretò Cleopatra. Il contralto Delphine Galou e il soprano Sophie Rennert saranno le interpreti, con Ottavio Dantone che dirige l’Accademia Bizantina, uno dei complessi più prestigiosi nel panorama internazionale.
Dantone, ma come nascevano di solito queste ‘operine’?
"Erano i ricchi, i nobili che chiedevano piccoli intermezzi, spesso allegorici. La serenata di Hasse in realtà è un’opera in miniatura, che mette in scena la morte di due amanti, interessante è il fatto che si ricorreva a ruoli en travestì, come il celebre Farinelli. Noi in questo caso abbiamo fatto ricorso a due donne".
Avevano successo queste opere?
"Sì, il pubblico le chiedeva. Eppure quella barocca non è musica facile. Non è ‘casuale’ come quella romantica. Richiede un notevole studio scientifico. Piace perché ha una melodicità molto comunicativa, melodie affascinanti. Hasse venne in Italia, come capitava spesso agli artisti, e imparò lo stile italiano".
Pensi al barocco e dici Bach.
"E’ stato il più grande in assoluto, e non parlo solo del barocco. Lui ha scritto la miglior musica barocca tedesca, la miglior musica barocca francese e la migliore musica barocca francese. E’ il centro della musica tonale, unisce scienza ed emozione. Ha raggiunto la perfezione. Quasi non lo ritengo umano. La sua musica è assoluta. Anche se la suoni male non importa: il contenuto è sufficiente".
Alla Mole userete l’amplificazione?
"Sì, ma sarà qualcosa di molto discreto".
Conosceva già De Vivo, che l’ha scelta?
"Lo conosco da tanto tempo. E’ una figura importante per me, perché mi ha sempre dato fiducia. E’ molto bello venire qui ad Ancona, e in una location speciale come la Mole".
Raimondo Montesi