
Ancora tensioni tra il Comune e la ditta incaricata
Ancona, 6 giugno 2018 - La refezione scolastica di Ancona finisce in tribunale: Ladisa srl, la società di Bari che dal primo gennaio si occupa della preparazione del cibo per le mense delle scuole materne ed elementari, ha citato in giudizio il Comune dorico per vedere annullata una penale che la dirigente ai servizi scolastici Stella Roncarelli, in accordo con la dietista comunale Giordana Fioretti, aveva applicato alla ditta per inadempienza contrattuale. La penale di 2.100 euro (con l’aggiunta di 200 euro per spese di registrazione) era stata comunicata a Ladisa l’8 febbraio scorso, proprio nel periodo in cui le mense scolastiche erano finite nella bufera per il pesce che odorava di ammoniaca e per il presunto ritrovamento di insetti nel cibo.
In realtà la contestazione riguardava tutt’altro: il Comune lamentava che in due occasioni, in tre plessi scolastici, il menù era stato modificato senza che vi fosse un accordo con l’amministrazione comunale, come invece è previsto dal contratto. Nei piatti dei bambini erano finiti formaggi e altri alimenti che in genere vengono utilizzati come sostitutivi delle pietanze in menù e questo aveva ispirato una serie di interrogativi del comitato mensa.
Già lo stesso 8 febbraio Ladisa aveva obiettato ritenendo ingiusta l’applicazione della penale, ma il Comune aveva ribadito la sua decisione sulla base del capitolato d’appalto che regola i rapporti con la società e ora a decidere chi ha ragione sarà il giudice civile. L’udienza in tribunale è fissata per il 3 luglio. Il Comune di Ancona sarà rappresentato dall’avvocato Gianni Fraticelli, dell’avvocatura comunale, mentre Ladisa si è affidata all’avvocato Antonella De Punzio di Brindisi.
La società chiede che la penale venga annullata per insussistenza della contestazione, o in subordine che venga ridotta. Il Comune resta convinto della corretta applicazione del capitolato d’appalto e ha deciso di resistere in giudizio. Resta la singolare coincidenza temporale tra l’applicazione della penale di 2.100 euro e le polemiche sulla qualità del cibo, che si erano però spente dopo le rassicurazioni degli amministratori comunali e l’esito di un controllo dei carabinieri del Nucleo Antisofisticazione, che avevano fatto un sopralluogo a mensa e nei locali in uso alla Ladisa senza trovare anomalie.