CLAUDIO DESIDERI
Cronaca

Mosciolo di Portonovo a rischio: “Serve un’area di tutela perché sopravviva”

Convegno scientifico nella sede della Politecnica nell’ambito di Mosciolando La proposta del prof Carlo Cerrano e il manifesto del presidio Slow Food

Crisi dei moscioli selvatici di Portonovo: ne parla Carlo Cerrano, docente di Zoologia alla Politecnica

Crisi dei moscioli selvatici di Portonovo: ne parla Carlo Cerrano, docente di Zoologia alla Politecnica

Ancona, 24 giugno 2023 – Il mosciolo selvatico di Portonovo è a rischio. Servono misure urgenti e condivise per tutelarne la sopravvivenza. Questo in sintesi quanto emerso nel corso del convegno scientifico che si è svolto ieri presso la sede della Politecnica a Montedago. Organizzato dalla Condotta Slow Food di Ancona e Conero nell’ambito della 18esima edizione di Mosciolando ha affrontato il tema "Il mosciolo selvatico di Portonovo. Un presidio fragile. Tutela, cura e proposte".

“La crisi che sta vivendo il mosciolo – ha detto Roberto Rubegni responsabile del presidio Slow Food – è legata ai cambiamenti climatici e a una pesca fuori controllo, si stima in 30 quintali al giorno, che non si può monitorare come quella della Cooperativa pescatori di Portonovo. Lo scorso anno è stato critico, tanto da chiudere la vendita ai ristoranti al 31 agosto invece del solito 31 ottobre, ma quest’anno addirittura non c’è seme, cioè futuri moscioli".

Per Slow Food servono decisioni drastiche, come enunciato nel manifesto presentato dalla Condotta anconetana alla manifestazione nazionale di Slow Fish, e azioni concrete per salvaguardare il presidio. Nel manifesto, che ha il sostegno di Slow Food nazionale, l’associazione si impegna anche a portare avanti rivendicazioni importanti per la sopravvivenza del mosciolo, quali l’istituzione dell’Area Marina protetta del Conero "pur prendendo atto dell’elezione al Comune di Ancona di una maggioranza contraria a tale istituzione" insieme a tutte le associazioni ambientaliste, culturali e forze politiche che si sono dichiarate favorevoli. Lo scopo è quello di realizzare un fronte che mobiliti i cittadini per ottenere "pronunciamenti che servano a superare le pregiudiziali chiusure".

Subito dopo è intervenuto il prof Carlo Cerrano, docente di Zoologia alla Politecnica che ha affrontato il tema della crisi che il mitilo sta vivendo: "Le cause sono l’attività dell’uomo che ha un effetto abrasivo sulla natura, il maltempo che ha portato in mare tantissima roba, l’innalzamento della temperatura e la conseguente diminuzione dell’ossigeno presente nell’acqua che costringono il mitilo a ridursi per proteggersi. Non sappiamo cosa succederà questa estate ma sarebbero necessari monitoraggi per capire come cambia nel tempo e se la risorsa va in sofferenza". Il prof Cerrano ha poi avanzato una proposta concreta: "Sarebbe opportuno – ha detto – individuare un’area di tutela in acque profonde e quindi meno calde, dove lasciare i moscioli liberi di riprodursi. Nel giro di 4/5 anni questi lascerebbero disperdere in mare una grande quantità di larve che trasportate dall’acqua si attaccherebbero in altre zone".

Una proposta che il direttore del Parco del Conero, Marco Zannini, dopo aver illustrato le molteplici iniziative messe in campo dall’Ente per collaborare con le istituzioni che hanno competenza per le aree marine, ha rilanciato: "Si potrebbero – ha detto – utilizzare quelle aree che sono soggette a frana e che sono quindi vietate al transito e alla navigazione per creare zone di biodiversità". Il convegno si è concluso con gli interventi di Gian Marco Luna e Luca Bolognini del Cnr Irbim che hanno affrontato il tema delle criticità legate al mosciolo e illustrato un progetto riguardante l’acquacultura che "in futuro non sarà un lusso ma una necessità".