REDAZIONE ANCONA

Muore per un linfoma: aveva trapiantato le cellule

Marco Burattini, 55 anni, era stato insignito del titoio di cavaliere del lavoro dopo una vita trascorsa a fare l’elettricista. Lascia la moglie e due figli

A febbraio del 2020 aveva scoperto di essere malato. Un brutto male, il linfoma non Hodgkin, che anche in un fisico possente come il suo, che non aveva mai accusato mezzo problema , aveva purtroppo lasciato il segno. Marco Burattini, anconetano, è morto ieri a 55 anni dopo aver combattuto una battaglia senza confini. Ad aprile di quest’anno si era anche sottoposto a un delicato intervento di trapianto delle cellule. Un’operazione che prima si poteva fare solamente negli Stati Uniti e che invece ora è possibile anche nel reparto di ematologia dell’ospedale di Torrette. Le cellule malate vengono "ingegnerizzate" e reimpiantate per poter combattere il male. "Marco – dice la sorella Simona – l’avevo fatto, convinto che ce l’avrebbe potuta fare". E invece il male putroppo aveva già preso il sopravvento. "A Torrette – dice la sorella – sono stati tutti eccezionali. Un reparto di eccellenza, la gente deve sapere a che livello di avanguardia è arrivato il nostro ospedale".

Titolare della Elettro Bm di Ancona insieme al suo socio Davide, Marco Burattini aveva iniziato a lavorare dopo le medie. La scuola non faceva per lui, ma con le mani era un mago. Sapeva fare qualsiasi cosa. Ha aperto l’azienda di impianti elettrici e si è messo a lavorare a testa bassa. Ha dato tutto se stesso. Tanto che nel 2006 era stato insignito in Comune con la qualifica di cavaliere del lavoro per i tanti anni dedicati con passione alla sua professione. Ora la sua attività, oltre che dal socio verrà portata avanti dai figli Emanuele e Michele a cui il papà ha insegnato un mestiere e, cosa più importante, ha trasmesso il valore del lavoro e del sacrificio.

Marco Burattini lascia anche la moglie Patrizia e la sorella Simona.