Omicidio Ancona via Maggini: il dolore del fratello della vittima

Ancona, lo sfogo di Marco Martedì: si poteva salvare. In un video l’assassino esprimeva tutto il suo odio verso il 26enne

Michele Martedì, ricordato durante una veglia; a destra, l'assassino Mattia Rossetti

Michele Martedì, ricordato durante una veglia; a destra, l'assassino Mattia Rossetti

Ancona, 10 dicembre 2020 - "Dovevano fermarlo prima perché forse mio fratello si poteva salvare". È la sua spina nel fianco, il dolore che lo attanaglierà per tutta la vita. "Quel video? Io non l’ho visto se no gli dicevo di correre dai carabinieri. Ma non lo ha visto nemmeno lui. Perché alla nostra famiglia tutto questo? Non abbiamo fatto mai del male a nessuno". Non si dà pace Marco Martedì, fratello maggiore di Michele, il 26enne ucciso a coltellate il giorno della festa dell’Immacolata, ad Ancona. Il video di cui parla è quello dove Mattia Rossetti, anche lui 26enne, ex compagno di scuola del fratello e autore del delitto, in una storia postata su Facebook (meno di 24 ore prima dell’omicidio) manifesta tutto il suo disprezzo per la vittima.

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Ieri pomeriggio Marco è tornato in via Maggini, subito dopo l’ora di pranzo, nel vialetto che porta all’abitazione dei suoi genitori e dove è morto Michele, Mig come lo chiamavano gli amici. Un quartiere periferico dove tutti si conoscono. Gli amici avevano organizzato una veglia di preghiera per l’hair-stylist che, tornato a casa dopo una passeggiata con il cane, è stato freddato con almeno 9 coltellate. Un agguato. La Procura indaga per omicidio volontario premeditato e pluriaggravato (dallo stalking e dall’uso dell’arma). Il coltello a serramanico, con una lama di dieci centimetri, lo aveva acquistato lui stesso, forse proprio qualche giorno prima del delitto. Nell’interrogatorio in caserma con i carabinieri, subito dopo l’arresto, l’ammissione dei fatti e che era uscito di casa "perché volevo ucciderlo". Reo confesso, Mattia odiava Mig per presunti dispetti che avrebbe subito negli anni dalla vittima, compreso uno sgarro con una ragazza che gli piaceva e che Martedì gli avrebbe portato via. Da mesi lo perseguitava, ossessionato, anche se il parrucchiere non ha mai sporto denuncia contro di lui alle forze dell’ordine. Ma che l’omicida fosse una persona aggressiva invece era noto. È di fine novembre una denuncia fatta ai carabinieri da parte di una persona che avrebbe subito lesioni, percosse e violenza privata. Su Mattia nessuna patologia medica accertata, solo cure farmacologiche perché andava in escandescenze facilmente. Nelle prossime ore sarà fissata l’udienza di convalida. Rossetti è in carcere a Montacuto, difeso dall’avvocato Francesco Linguiti. Il pm Irene Bilotta ha disposto una perizia psichiatrica. Chiesta anche una perizia informatica sul cellulare della vittima, su quello dell’omicida e sul computer di quest’ultimo. Domani l’autopsia. La famiglia della vittima si è affidata all’avvocato Alessandro Scaloni. Una barista con l’attività al Pinocchio aveva incontrato vittima e carnefice prima del delitto.

"Domenica stavo sistemando il bar in vista della riapertura del giorno dopo – ha raccontato Giovanna Burattini – erano almeno le 22 quando è arrivato Rosso (Rossetti), aveva un’aria stanca e tesa. Non ha mai nominato Mig, non mi è sembrato minaccioso. Mi ha chiesto se conoscevo qualcuno a cui poteva chiedere un lavoretto visto che in passato aveva fatto il cameriere". La sera prima, sabato, la stessa titolare si è invece intrattenuta con la vittima: "Abbiamo parlato di tante cose. Lui e Mattia erano amici, purtroppo Rosso ha iniziato a non stare bene e le cose sono andate peggiorando. Ultimamente aveva iniziato a crearsi delle storie legate ad alcuni membri del gruppo di amici, c’erano state delle aggressioni, ma nessuno poteva immaginare sarebbe andato oltre, specie con Mig".