MARINA VERDENELLI
Cronaca

Omicidio di Cerreto d’Esi e il mistero del braccialetto elettronico: l’alert è suonato quando lui era già in casa. La figlia ha visto tutto

La ragazza ha tentato di allontanare Panariello, ma la mamma era già stata colpita a morte con 15 fendenti. Il giallo: perché il dispositivo non è entrato in funzione? Oggi l’interrogatorio

L'assassino Franco Panariello e la vittima Concetta Marruocco

L'assassino Franco Panariello e la vittima Concetta Marruocco

Cerreto d’Esi (Ancona), 16 ottobre 2023 – E’ suonato solo uno dei due allarmi che dovevano avvisare madre e figlia che Franco Panariello si era avvicinato troppo a loro ma l’avviso sonoro è scattato quando il 55enne, metalmeccanico, era già in casa e a pochi passi dalla camera da letto della moglie Concetta Marruocco, 53 anni, che ha ucciso con almeno 15 coltellate.

Uno solo dei due telecomandini in possesso alla donna e alla figlia 16enne (ora sotto sequestro), è entrato in funzione ma quando ormai era troppo tardi. Entrambe infatti, come vittime dei maltrattamenti in famiglia e lesioni aggravate, erano così sotto tutela, con due ricevitori che completano la misura del braccialetto elettronico che Panariello aveva alla caviglia per il divieto di avvicinamento imposto dal tribunale. Quel tracciatore, che portavano costantemente addosso o sopra il comodino quando andavano a dormire, le doveva avvisare, suonando, non appena il marito-padre era a 200 metri da loro.

Solo quello della donna però avrebbe suonato. Se un allarme più tempestivo sia arrivato invece anche alla caserma dei carabinieri del territorio (a cui il braccialetto doveva essere collegato) è in corso di accertamenti. Panariello quella notte sarebbe stato visto da un vicino, davanti al portone, sotto casa della moglie e lì è rimasto per diversi minuti prima di salire. Già così il braccialetto, il cui funzionamento è come quello dei cellulari, doveva suonare. Forse non c’era abbastanza copertura del segnale.

Gli elementi emergono dalle prime verifiche fatte, sentendo anche la figlia che era in casa e che è potuta intervenire solo nelle fasi finali dell’uccisione della madre, quando l’ha sentita urlare per i fendenti che la stavano colpendo. Concetta Marruocco ha provato a difendersi alzando un braccio su cui il marito si sarebbe accanito. La figlia avrebbe spinto via il padre, entrando in quella camera dove l’uomo è poi rimasto immobile. Sempre la figlia lo ha spinto fuori casa mentre le diceva che aveva fatto un casino e doveva chiamare i carabinieri. La minore avrebbe capito subito che la madre era ormai morta, ha telefonato alla zia materna, la sorella di Marruocco, arrivata in pochi minuti a casa, e ai carabinieri giunti subito dopo l’arrivo della parente.

E’ stato provato anche a rianimare la 53enne, infermiera, ma non c’era più nulla da fare. Per Panariello, che è in carcere a Montacuto, oggi è stata fissata l’udienza di convalida davanti al giudice per il fermo. Sarà assistito dal suo avvocato Ruggero Benvenuto. Il metalmeccanico, originario di Torre del Greco, è accusato di omicidio volontario pluriaggravato dai futili motivi, dall’uso dell’arma, dal vincolo di parentela, dalla presenza della minore, dalla violazione del divieto di avvicinamento e dalla premeditazione. Accuse da ergastolo. Nell’abitazione dove si è consumato il delitto abita anche uno dei due figli maschi della coppia a cui erano stati da poco revocati i domiciliari e quindi era fuori casa e il padre lo avrebbe saputo. Sempre oggi il pubblico ministero Paolo Gubinelli conferirà l’incarico ad un medico legale per l’autopsia sulla donna uccisa. In base all’esito potrebbe scattare anche l’aggravante della crudeltà. Madre e figlia, dopo la denuncia fatta a marzo che ha poi portato l’uomo a processo, sono state quattro mesi in una casa famiglia. Da poco Marruocco aveva ripreso in mano la sua vita, senza paure, prendendosi cura di sé.