DANIELE MINNI
Cronaca

Omicidio, Laura forse aspettava un bimbo

In casa trovati test di gravidanza: la posizione del 48enne senigalliese potrebbe ulteriormente aggravarsi con la premeditazione

In casa trovati test di gravidanza: la posizione del 48enne senigalliese potrebbe ulteriormente aggravarsi con la premeditazione

In casa trovati test di gravidanza: la posizione del 48enne senigalliese potrebbe ulteriormente aggravarsi con la premeditazione

Forse Laura era incinta. È recluso al carcere di Maiano Gianluca Romita, il 48enne di Senigallia che deve rispondere di omicidio volontario dopo aver confessato di aver ucciso la moglie Laura Papadia a Spoleto, ma la sua posizione potrebbe aggravarsi. Prende piede l’ipotesi della premeditazione su cui gli inquirenti stanno cercando di fare chiarezza. L’uomo mercoledì nell’interrogatorio è apparso piuttosto lucido e in base a una prima ricostruzione l’ipotesi è quella di un gesto d‘impeto scattato durante una discussione tra la coppia finita in tragedia. Ed è proprio dal racconto del 48enne che la Procura e gli agenti del commissariato di polizia sono partiti per ricostruire i fatti, ma ci sarebbero diversi aspetti da chiarire.

Si parla di strangolamento, sul collo della ragazza sono stati trovati segni evidenti. La scientifica ha repertato diversi oggetti presenti nella camera da letto della casa di via Porta Fuga dove, mercoledì mattina, è stato ritrovato a terra il corpo della donna e in pigiama. Oltre ai capi d’abbigliamento in casa sarebbero stati rinvenuti alcuni test di gravidanza che potrebbero essere un valido indizio per confermare quanto dichiarato da Romita, ovvero che la lite sarebbe scattata a causa del fatto che Laura contrariamente al marito, già padre di due figli, avrebbe voluto un figlio. Ma quale sarebbe il risultato di quei test? Laura era incinta? Il fratello Alex, intervenuto ieri alla Vita in Diretta su Rai Uno, è certo sulla premeditazione: "A febbraio Laura voleva lasciarlo, gli ho detto di venire a stare da me. La nonna ha festeggiato 101 anni e loro sono andati a trovarla. Lui mi aveva promesso che sul figlio avrebbe cambiato idea. Era possessivo l’aveva allontanata daalle amiche. È una persona debole non avrebbe mai avuto il coraggio di suicidarsi".

Il decesso della 36enne palermitana sarebbe avvenuto nelle prime ore del mattino, si ipotizza tra le 5 e le 7, ma l’allarme lanciato dal marito, con una telefonata al 112, sarebbe arrivato solo dopo le 10. L’uomo avrebbe confidato il folle gesto alla ex moglie e madre di uno dei due figli che si trova ad Oristano ed anche da qui sarebbe partito l’allarme ai carabinieri per fermare Romita pronto a suicidarsi. I poliziotti lo avrebbero convinto a desistere dall’intento sucida. Ma perché l’uomo ha chiamato l’ex moglie? Perché poi ha dato l’allarme al 112? Da quanto emerge, il 48enne agente di commercio, di recente aveva anche chiesto 30 giorni di ferie al datore di lavoro, richiesta poi annullata. Dai tabulati telefonici sarà possibile ricostruire in parte le ore subito dopo l’omicidio, ma potrebbero essere utili anche le immagini di videosorveglianza di via Porta Fuga. Attesa la convalida dell’arresto e l’autopsia. Intanto da Spoleto "Azzurro

d. m.