
Ora è ufficiale: pistole ai vigili. Ma c’è chi non le vuole in casa
Approvato il regolamento per la dotazione delle armi alla polizia locale: giornata a suo modo storica quella di ieri per il capoluogo. Tra i primi provvedimenti della giunta di centrodestra, in sella da meno di sette mesi, c’era il tema delle pistole in uso ai vigili urbani e così nel giro di poco tempo la prima parte del percorso, quella più importante e simbolica, è stata portata a termine. Una delibera blindata dalla maggioranza, passata senza problemi con il voto contrario delle minoranze, divise però sulle motivazioni. Contrario, senza se e senza ma, Francesco Rubini (Altra Idea di Città), mentre il voto negativo del Pd e degli altri gruppi del centrosinistra è arrivato a causa della bocciatura di tutti gli emendamenti presentati: dalla delicata questione dell’armeria al tema, altrettanto delicato, dei controlli periodici per l’idoneità degli agenti all’uso delle armi.
Soddisfazione per l’atto approvato è stata espressa dal vicesindaco Giovanni Zinni (Fratelli d’Italia), dall’alto del suo duplice ruolo di assessore alla polizia locale e alla sicurezza. È bene precisare che Ancona era uno dei pochissimi comandi di polizia locale delle Marche e d’Italia a non aver adottato l’armamento. Ora il vero problema del comando dorico sarà quello di aumentare la dotazione di vigili, scesa a 72 agenti (più il comandante Marco Caglioti), il minimo storico. Zinni ha annunciato che il concorso verrà bandito entro il mese di febbraio per avere le nuove 15 unità in servizio dal prossimo autunno, con l’obiettivo iniziale di poter svolgere un servizio notturno a settimana (il sabato).
Al di là delle sfumature politiche, l’intervento di Francesco Rubini è stato duro: "Non esiste un obbligo di dotare di armi la polizia locale, è una facoltà. Si tratta, dunque, di una scelta politica e come tale va giudicata senza derubricare la discussione ‘intanto lo fanno tutti’. L’assessore Zinni dice che ad Ancona non ci sono gravi fatti di criminalità, a parte senza tetto, ubriachi e vandali. Se il tema è questo, che senso hanno pistole e ordinanze? Introducendo le armi si mettono a rischio gli agenti che se le dovranno portare a casa e si aumenta il potenziale conflittuale nella città. Capisco perché a volere le armi sia un assessore che è nello stesso partito di chi va alla festa di Capodanno armato di pistola, spara e ferisce una persona".
Il tema dell’armeria interna, con l’emendamento della minoranza bocciato, e del deposito delle armi è fondamentale e tocca da vicino gli agenti che la pistola a casa non la vogliono tenere: "Avevamo fatto due proposte molto importanti: la richiesta di controlli sull’idoneità all’uso dell’arma ogni due anni, e l’armeria dentro il comando per permettere a tutti i vigili di lasciare l’arma lì fuori dall’orario di servizio – si legge in una nota del gruppo consiliare del Pd – Bocciate entrambe. I controlli saranno ogni cinque anni, per noi troppo, e senza l’armeria i vigili dovranno girare armati anche fuori servizio in città. Il motivo dell’armamento? Permettere ai vigili urbani di lavorare anche di notte. Peccato che il turno notturno sarà solamente per una notte a settimana e non si sa da quando".
p.cu.